Erdogan: «L’indagine in Italia su mio figlio oscura i rapporti con Roma»

2 Ago 2016 12:44 - di Niccolo Silvestri

Un’ombra pesante si addensa sui rapporti tra Roma e Ankara. A proiettarla, l’iscrizione nel libro degli indagati da parte della procura di Bologna di Bilal Erdogan, figlio del presidente turco. Un atto dovuto, secondo i magistrati, dal momento che contro Bilal è stato presentato un esposto nel quale l’imprenditore Murat Hakan Huzan, oppositore politico del padre e ora rifugiato in Francia ha chiesto di indagare su eventuali somme di denaro portate in Italia da Bilal, in ordine, appunto, al reato di riciclaggio. Ma per Erdogan (padre) l’iniziativa dei magistrati di Bologna, dove Bilal si era trasferito dallo scorso autunno per un master alla Johns Hopkins University, è solo l’anello di un complotto internazionale ai suoi danni. E così, in un’intervista a Rai News 24, non si fa pregare nel dire che «la vicenda dell’indagine» di Bologna potrebbe mettere in difficoltà le nostre relazioni con l’Italia, che dovrebbe occuparsi piuttosto della mafia».

Da Erdogan un attacco anche alla Mogherini

Il riferimento alla mafia non è l’unico utilizzato dal presidente turco per “vendicarsi” dell’Italia. L’altro è la P2, che Erdogan riesuma per paragonarla alla rete di relazioni, di fondazioni e di scuole che fa capo al suo nemico, Fetullah Gulen: «Spiegherò al presidente del Consiglio d’Europa, che sarà questa settimana in Turchia, che è peggio della mafia». Nel contenzioso tra Roma e Ankara, Erdogan inserisce anche le dichiarazioni rese dall’Alto rappresentante della politica estera della Ue Federica Mogherini all’indomani del fallito golpe in Turchia e della repressione che ne è seguita.

E alla Ue: «Senza visti per i turchi, niente accordo sui migranti»

In effetti, a nome della diplomazia della Ue, la Mogherini aveva avvertito Erdogan che eventuali violazioni dei diritti umani o il ricorso alla pena di morte avrebbe cpmpromesso i negoziati per l’ingresso della Turchia nell’Unione. «La Mogherini – replica oggi Erdogan – non avrebbe dovuto parlare da fuori. Prima di tutto saresti dovuta venire in Turchia!». E ancora: «Se viene bombardato il Parlamento italiano che succede, che la Mogherni, che è italiana, dice che hanno fatto bene a bombardarlo? Di essere preoccupata dai processi che seguirebbero?». Infine un avvertimento rivolto all’intera Europa che somiglia ad un’autentica minaccia: «Se l’Ue non concederà la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi, Ankara non rispetterà più l’accordo di marzo sui migranti».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *