Decapitate le vigne di Bruno Vespa in Puglia: «piccoli mafiosi locali»

27 Ago 2016 16:39 - di Paolo Lami

Settanta ceppi delle vigne che producono vino “Primitivo” coltivate nella vigna di Lizzano, in provincia di Taranto, di proprietà del giornalista Bruno Vespa che da alcuni anni produce vini nella Regione Puglia, sono stati tagliati nella notte da persone non ancora identificate: l’episodio è stato denunciato dal conduttore televisivo ai carabinieri del comune tarantino.
«La Puglia – sottolinea Bruno Vespa – ha dato il benvenuto alla mia prima vendemmia nella vigna di Lizzano, acquistata lo scorso anno. Ieri – aggiunge Vespa – abbiamo tranquillamente vendemmiato il Fiano, stanotte sono stati tagliati 70 ceppi delle vigne di Primitivo. Si tratta evidentemente di opera di piccoli mafiosi locali. Ma stiano pur sicuri che non mi lascio intimidire».
Per il presidente Confagricoltura Taranto, Luca Lazzaro, il gesto «desta rammarico e preoccupazione» perché «colpire lui significa voler mandare un sinistro messaggio ad un settore produttivo importante, vera punta di diamante dell’economia agricola tarantina».
«Per questo siamo al fianco di Vespa, al quale – dice – chiediamo di non mollare e di continuare a restare attaccato alle sue terre a produrre vino, come uno di noi. E chiediamo, a maggior ragione, che le forze dell’ordine e la magistratura accendano una luce su quel territorio e sui produttori che in questi giorni hanno appena cominciato una vendemmia che si preannuncia di grande qualità. Se si sia trattato di un avvertimento o di chissà cosa sta agli inquirenti accertarlo. So per certo, però, che a chi vuol sconvolgere il settore del vino, fatto di protagonisti visibili e meno visibili, noi opporremo la fermezza e la determinazione che abbiamo già dimostrato nei mesi scorsi a Grottaglie, quando una simile modalità criminale ha colpito diversi tendoni di uva da tavola».
«Abbiamo detto “no” allora – conclude – e con voce ancora più alta, senza farci intimorire, lo ripetiamo adesso che qualcuno vuol mettere le sue sporche mani sui vigneti di Bruno Vespa».

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