Schifani: «Non faremo agguati»: Ma nel Ncd cresce la fronda contro Alfano

7 Lug 2016 14:20 - di Giacomo Fabi
alfano ncd

Condannati a restare al governo. Nonostante la crescente irrelavanza politica, l’indifferenza di Renzi e gli schiaffoni mediatici al loro leader Angelino Alfano. Magra l’esistenza politica del Ncd-Ap, trattati nella migliore delle ipotesi come  insaziabili postulanti (hanno più ministri che elettori), come intrallazzieri nella peggiore. Ma tutto questo non basta a scollarli dalle poltrone. «Far cadere il governo sarebbe una sorta di eterogenesi dei fini» spiega in un post sull’Huffington Post Fabrizio Cicchitto, la mente politica del gruppo. E ha ragione: può il Ncd-Ap, nato da una costola di Forza Italia per sostenere in governo Letta, tornare ora all’ovile per far cadere il governo Renzi? Certo che no, è la conclusione di Cicchitto, che sa che può vincere facile solo se lascia intravedere la fine della legislatura dietro quella dell’esecutivo.

Intercettazioni su Alfano e Italicum le spine del Ncd

La posizione di Cicchitto, tuttavia, non è rappresentatia di tutto il partito. A rendere la situazione interna decisamente icandescente non è solo lo stillicidio mediatico di intercettazioni che se non intaccano penalmente il profilo del leader Alfano, lo sfigurano sotto quello dell’etica pubblica, ma è soprattutto il destino dell’Italicum, la legge elettorale che ora i centristi vedono come il male assolto dopo averla votata in Parlamento. Il fuoco della rivolta cova sotto la cenere del malcontento. L’agguato al Senato (dove i numeri della maggioranza sono precari) – sostengono i bene informati – è solo questione di tempo e potrebbe scatare molto prima di quanto si creda. Naturalmente è tutto un fiorire di smentite, a cominciare da quella del presidente dei senatori del Ncd-Ap, Renato Schifani, che non si sta a leggere di nei «retroscena giornalistici» di un’«ipotetica imboscata in occasione del voto sul decreto sugli Enti locali. «Vorrei ricordare – ha concluso l’ex-presidente del Senato – come fino ad oggi il gruppo non ha mai dato luogo ad atteggiamenti ambigui e non in linea con il palese sostegno al governo».

L’on. Pagano: «Siamo irrilevanti per colpa di Renzi»

Neanche un “eretico” come Maurizio Sacconi vuole sentir parlare di «imboscate». «Credo nel confronto politico a testa alta – ha detto Sacconi – e ho espresso con una lettera ad Angelino Alfano la mia proposta per una fase di responsabilità repubblicana, aperta almeno a tutti coloro che appartengono alle tradizionali famiglie politiche europee». Più esplicito Alessandro Pagano, fino a qualche mese fa nel gruppo di Ncd-Ap alla Camera: «Me ne sono andato due mesi fa, dopo il voto sulle unioni gay. Ora siamo irrilevanti». Per Pagano è ora di abbandonare Renzi al suo destino: «È un premier troppo invasivo. Che se lo tengano altri». Alla fine, la foto più fedele della marasma inerno ai centristi la “scatta” il fittiano Maurizio Bianconi in tweet: «Alfano – vi si legge – è il fondatore dell’Ncd (Non Ci Dimettiamo). Egli, dunque, resta al suo posto, come da programma e nome del partito».

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