Malik scoperto dai turchi 50 giorni fa ma segnalato ai francesi troppo tardi

28 Lug 2016 12:27 - di Paolo Lami

Poteva essere fermato Abdel Malik Petitjean, il secondo attentatore formalmente identificato grazie alle prove del Dna e che ha sgozzato nella chiesa francese di Saint-Etienne-du Rouvray, il prete don Jacques Hamel, venne segnalato agli 007 francesi dalle autorità della Turchia ma, secondo informazioni raccolte da France Info, quella segnalazione arrivò «troppo tardi per permettere di fermarlo» in tempo.
Torna dunque a porsi con forza il problema della mancanza di coordinamento fra gli apparati d’intelligence impegnati nel contenimento della minaccia terroristica islamica. E, così come è già più volte accaduto, anche nel recente passato, si scopre con rammarico che molte delle tragedie si sarebbero potuto evitare, risparmiando vite umane, se solo le procedure di scambio di informazioni fra 007 dei vari Servizi di sicurezza avessero funzionato.
Individuato dagli 007 turchi il 10 giugno scorso poiché cercò di arruolarsi nelle terre del Califfato, come il suo compare di morte Adel Kermiche, infatti, lo jihadista francese verrà segnalato 15 giorni dopo ai servizi di intelligence transalpini, il Dgsi. Un ritardo fatale nelle comunicazioni.
Malik, nato a Saint-Dié-des-Vosges, nei Vosgi, e domiciliato a Aix-les-Bains, in Savoia, viene schedato il 29 giugno con la lettera ”S”, una delle 21 categorie con le quali la Francia scheda e monitora le persone sospette: “S14″, per esempio, è la sottocategoria con la quale vengono bollati i cosiddetti foreign fighters di ritorno dall’Iraq o dalla Siria.
Quella lettera “S” assegnata Abdel Malik Petitjean avrebbe messo in moto la procedura per consentire il suo immediato arresto nel momento in cui si fosse presentato alla frontiera francese al suo rientro facendo contestualmente scattare l’allarme immediato e consentendo, dunque, di fermarlo in tempo.
Ma il futuro attentatore della chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray era, in realtà, già rientrato tranquillamente in Francia dall’11 giugno, prima ancora, dunque, che venisse inserito nella black list francesi della radicalizzazione e giusto un giorno dopo che Ankara lo aveva individuato.
Gli 007 francesi pensavano, infatti, che Malik fosse ancora in Turchia o in Siria. E, invece, Malik era già rientrato in Francia. Pronto a colpire in chiesa insieme al complice di morte Adel Kermiche.

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