Islam e terrorismo, il Papa sbaglia: questa è una guerra di religione

28 Lug 2016 18:54 - di Carlo Ciccioli

Quando il proprio pensiero non collima con la realtà bisognerebbe prendere atto dei fatti e trarne le conseguenze. Invece è da anni che tutto il pensiero catto-comunista affermatosi negli ultimi decenni costruisce scenari virtuali che producono mostri e tragedie. È il caso dell’Islam. Come sempre chi conta di più ha molte più responsabilità. Il primo è Obama che con la politica dell’apertura ha innescato meccanismi, per dirla secondo la dottrina cristiana, diabolici che hanno determinato in tutto il mondo islamico, e oggi in occidente, scenari raccapriccianti. Oggi è Papa Francesco che si ostina a dire che tutte le religioni vogliono la pace ed è in corso una guerra basata sugli interessi economici. Tutto per adattare la realtà ai propri punti di vista. Una realtà che non è quella. Mi dici quali interessi economici hanno i musulmani che fanno gli attentati e poi si fanno saltare in aria o sanno benissimo che il loro sarà l’atto finale e saranno uccisi? Ma quale guerra economica! Questa è guerra ed è guerra di religione, esattamente l’opposto di ciò che dice Papa Francesco e le filosofie che stanno dietro a lui, Obama, la Boldrini, Renzi e Mattarella per  pensare all’Italia, in grande compagnia con altri leader degli Stati dell’Unione Europea “politicamente corretti”. Al contrario ha assolutamente ragione Mentana quando afferma  ” che l’attacco islamico in Europa non è opera di disadattati o pazzi o isolati. I terroristi hanno un piano lucido ben strutturato nel tempo: un giornale satirico, un supermercato di cibi ebraici, uno stadio di calcio, un tratro di musica giovanile, un caffè, un aereoporto, una stazione di metrò, un treno, una festa di piazza sul lungomare, un festival di musica ed ora un’anziano prete sgozzato in una chiesa cattolica francese. I terroristi compiono azioni in continuità con significati simbolici chiarissimi. Conclude Mentana “parlare di gesti isolati non ha più senso, forse non ne ha mai avuto. Ma in tanti, troppi, non lo hanno ancora capito. E probabilmente qualcuno non lo vuole capire. Dire che sono emuli non ha alcun senso: nessuno ha mai imitato l’attentato precedente”.

Esattamente questo è il punto, dobbiamo prenderne atto. Il problema è l’Islam. Non è una religione come le altre, ma  come affermano i musulmani è “la religione”. La vera, l’unica, l’assoluta. Non esiste dialogo interreligioso, se viene praticato è solo per avanzare. A muro s’innalza muro, alla guerra si risponde con la guerra. Duro da ammettere, duro da digerire, ma assolutamente ineludibile, o subito o tra poco, non c’e’ una terza via. L’Islam è incompatibile con il pensiero, la cultura e la società occidentale. Esiste come sempre una via di uscita, che l’Islam si spacchi e una parte del mondo islamico faccia una riforma in senso laico, abiurando la sharia e separando la religione dalla gestione dello Stato, “dando a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. Cosa avvenuta nella Chiesa cattolica anche istituzionalmente con la Riforma. Se questo non avviene e i “fratelli musulmani” sono comunque “fratelli” anche se sono terroristi e uccidono non c’è spazio per la mediazione. Ora scorre il sangue cristiano o semplicemente “laico”, nonchè tanto sangue musulmano nei paesi ove dominano, poi scorrerà ancora più sangue, però alla fine come accaduto in altri secoli, anche pensando solo alla storia dell’Impero Ottomano (l’attuale Turchia), con l’invasione della Spagna e della penisola balcanica fino all’assedio di Vienna, l’imperialismo islamico sarà sconfitto; oppure per il pensiero occidentale sarà la catastrofe, la sottomissione dei suoi popoli e l’annullamento di tutte le sue leggi e dei suoi costumi. Ce lo insegna la storia, che si ripete inesorabilmente. Io ero tra quelli che anni fa non la pensava così e addirittura, come parlamentare, invitato, partecipai ad alcune assemblee del mondo islamico. L’allora Sottosegretario agli Esteri, Sen. Alfredo Mantica, mio amico, un manager  che aveva lavorato all’estero e conosceva bene la situazione, me lo spiegò con chiarezza. Mi sembrava eccessivamente prevenuto sull’Islam, valorizzando aspetti che non mi apparivano prevalenti. Sbagliavo, aveva assolutamente ragione lui. Dobbiamo semplicemente prendere atto della realtà e smettere di pensare che quello che ci augureremmo sia vero. Semplicemente non è la realtà e con la realtà bisogna sempre  fare i conti.

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