Esce il libro “I segreti di Bologna”. E Bolognesi scaglia il suo anatema

8 Lug 2016 13:42 - di Adele Sirocchi

Esce oggi in libreria I segreti di Bologna (Chiarelettere) scritto dal giudice Rosario Priore e dall’avvocato Valerio Cutonilli. Ma già le anticipazioni sul testo hanno scatenato polemiche e la durissima reazione del presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, che punta il dito contro i “corvi neri” i quali “puntualmente tornano a mestare nel torbido”. I due autori nel libro denunciano una circostanza inquietante: il mancato ritrovamento del corpo di una delle vittime, Maria Fresu, fatta eccezione per un lembo facciale che però risulta di gruppo sanguigno A, diverso da quello della donna, che era 0. Qualcuno, si chiedono allora gli autori, è accorso quella mattina del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna per inquinare la scena del crimine? Solo l’interrogativo appare abnorme e offensivo a Bolognesi, che evoca l’appena entrato in vigore reato di depistaggio per farla finita con le “favole”. Da parte di esponenti di Forza Italia viene difesa invece ogni iniziativa tendente alla ricerca della verità e per questo Maurizio Gasparri ha già chiesto di togliere il segreto sulle carte della strage di Bologna. Troppe nebbie ancora da sfatare anche per Gaetano Quagliariello (Idea).

Priore: una coppia andò all’obitorio a cercare un corpo, e non furono fermati

Il giudice Rosario Priore, intervistato dal Tempo, si dice preoccupato dalla reazione di Bolognesi e racconta un ulteriore episodio: “Dopo la strage, una ragazza italiana e un ragazzo medio-orientale andarono all’obitorio alla ricerca di qualcuno che conoscevano e non riuscivano a trovare. A un certo punto, quando si trovarono davanti due cadaveri, sobbalzarono, come se avessero riconosciuto dei loro amici. Ebbene, all’epoca nessuno si premurò di sentire testimoni. La donna e l’uomo non si fecero riconoscere e si dileguarono. Nessuno ha mai saputo chi fossero né chi avessero riconosciuto. Ed è davvero molto strano, visto che in un obitorio non si entra e non si esce liberamente, soprattutto dopo una strage”.

Cutonilli: la verità non è un’arma politica da puntare contro gli avversari

Anche Valerio Cutonilli sulla sua bacheca Fb scrive una nota spiegando che Rosario Priore, scrivendo un libro che rimanda alla tesi della matrice palestinese della strage, aveva tutto da perdere e nulla da guadagnare. “Ha scelto una strada scomoda, per lanciare un messaggio molto chiaro che probabilmente gli precluderà l’opportunità del tutto meritata di essere nominato Senatore a vita. La giustizia non può scaturire dai rapporti di forza imposti dalla politica ma deve obbedire alla verità.E la verità non è un’arma da puntare contro gli avversari politici”.

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