Donati gli organi della bambina di 18 mesi abbandonata in auto sotto il sole

28 Lug 2016 17:05 - di Redazione

Sono stati donati gli organi della bambina di 18 mesi morta in seguito al colpo di calore  dopo essere rimasta chiusa in auto per almeno 4 ore a Vada in provincia di Livorno. Il corpo della bambina è stato quindi trasferito dall’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dove era stata ricoverata, all’istituto di medicina legale dove, con ogni probabilità, sarà eseguito l’esame autoptico.

Donati organi della bambina di 18 mesi

La notizia della morte della piccola è arrivata  mercoledì pomeriggio. Dopo essere stata dimenticata in auto per almeno quattro ore sotto un sole torrido, dopo un giorno di agonia, la bambina è  morta all’ospedale pediatrico Meyer dove era stata ricoverata in condizioni disperate. I genitori della piccola sono stati al suo capezzale in tutte queste ore e adesso non si danno pace. A cominciare dalla madre, che nelle prossime ore potrebbe essere iscritta dal pubblico ministero Massimo Mannucci nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. È stata la mamma, martedì mattina, a dimenticare la figlia e a raccontare poi ai soccorritori di averlo fatto per colpa di «”un vuoto di memoria improvviso».

La mamma iscritti nel registro degli indagati

Immediato è partito il calvario dell’iter giudiziario, compresa l’autopsia sul corpo della bambina per definire con certezza la causa di morte. Quella di martedì  doveva essere una giornata come tutte le altre e invece per i genitori della piccola è diventata un incubo: la mamma come ogni mattina avrebbe dovuto accompagnare le figlie rispettivamente al campo solare e all’asilo nido, prima di recarsi al lavoro. E invece ha lasciato solo la più grande, di 6 anni, mentre la più piccola è rimasta in auto. Quando ha parcheggiato la macchina per andare a lavoro si è dimenticata di lei, lasciandola nell’abitacolo della vettura trasformatosi in breve in un forno per le elevate temperature di questi giorni dove si sono superati già prima di mezzogiorno i 30 gradi. Quando, intorno all’ora di pranzo, la donna è tornata alla macchina, ha visto la figlia priva di coscienza, reclinata sul seggiolino e ha capito. Ha dato l’allarme. Ha seguito in una corsa disperata la figlia in ospedale, prima a quello di Cecina e poi al pediatrico fiorentino Meyer. La notizia ha alimentato subito le polemiche. «Da tempo chiediamo misure in grado di evitare simili episodi e salvare la vita ai bambini – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi  – e in particolare abbiamo avanzato una proposta alle case costruttrici di automobili: oggi, nelle auto moderne, ci sono avvisi acustici che mettono in allarme il guidatore su diversi fronti: cinture di sicurezza non allacciate, fari accesi, portiere aperte, freno a mano tirato, serbatoio in riserva».

 

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