Bangladesh, l’ira della Meloni: «Perché l’Italia non proclama il lutto nazionale?»

4 Lug 2016 17:46 - di Robert Perdicchi

Fratelli d’Italia va all’attacco del governo Renzi e chiede chiarezza, e anche gesti simbolici, dopo la strage di Dacca costata la vita a nove nostri connazionali. «A tre giorni dall’orribile strage di Dacca è desolante constatare come il Governo Italiano non abbia ancora valutato la possibilità di proclamare un giorno di lutto nazionale per onorare la memoria dei nostri dieci connazionali uccisi dai terroristi e nessun esponente dell’Esecutivo, premier in testa, abbia avuto modo di riferire in Parlamento. Tutto questo accade mentre il presidente del Consiglio Renzi riesce invece a trovare il tempo necessario per partecipare ad una lunga riunione della direzione del Pd dove parlare di un po’ di tutto: dall’attentato in Bangladesh alle elezioni amministrative, fino al congresso del partito. Fratelli d’Italia rinnova il suo appello al Governo per proclamare il lutto nazionale nel giorno in cui le salme dei nostri connazionali rientreranno in Italia e ribadisce la richiesta di un’informativa urgente in Parlamento sui fatti di Dacca», scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. A rincarare la dose è Fabio Rampelli, capogruppo di FdI alla Camera, che insiste invece sulla necessità di maggiore trasparenza nella ricostruzione, fatta dalle autorità bengalesi, dell’eccidio di italiani a Dacca. «Da quel che emerge dalle inchieste giornalistiche risulterebbe che Dacca e il ristorante dov’è avvenuto il tragico eccidio erano zone ad alto rischio terrorismo, nelle quali si stavano formando ed entrando in azione cellule islamiche estremiste. Ci chiediamo se questo stato di incipiente minaccia fosse stato comunicato alle ambasciate occidentali o direttamente ai cittadini abitualmente presenti nel Paese asiatico per lavoro. Perché quando accadono tali tragedie si ha l’obbligo di capire cosa non abbia funzionato per evitare che si ripetano episodi analoghi». «Le domande – prosegue Rampelli – cui il governo deve rispondere, anche in seguito alle sue relazioni diplomatiche, sono: si poteva evitare questa mattanza? Perché le autorità del posto hanno impiegato più di dieci ore per far intervenire le teste di cuoio? Il nostro governo è stato coinvolto nella decisione del blitz visto il numero di ostaggi italiani? Ci auguriamo che quanto prima il premier Renzi voglia convocare il tavolo inter-istituzionale a Palazzo Chigi. Nel frattempo però crediamo sia necessaria un’informativa urgente alla Camera per riferire e informare tutti gli italiani di quanto è successo e sulla strategia da adottare per sradicare la minaccia terroristica che colpisce innocenti in ogni parte del mondo».

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