Oltre 80 rapine e furti ad anziani: in manette 7 malviventi sinti e albanesi

14 Giu 2016 11:49 - di Ginevra Sorrentino

Sono finite in manette le sette persone di etnia Sinti e di origine albanese arrestate dai carabinieri Pavia in quanto ritenute responsabili di oltre ottanta rapine e furti ad anziani, beffati, truffati e deribati senza pietà, anzi, addirittura minacciati se smascherati dalle vittime delle loro scorribande criminali. Scorribande che organizzavano – i colpi erano stati messi a segno in numerose città della Lombardia e dell’Emilia Romagna – spacciandosi per agenti delle forze dell’ordine. Nella notte, allora, la resa dei conti, con i carabinieri – quelli veri, però – che hanno fatto scattare le manette, sgominando la banda…

Rapine e furti ad anziani: i ladri si fingevano carabinieri

Gli arrestati, infatti, secondo l’accusa, si qualificavano come militari dell’Arma, esibendo falsi distintivi, e fingendo di essere intervenuti per cercare dei ladri, che pure talvolta arrestavano in diretta sotto lo sguardo attonito e confuso dei poveri anziani truffati (in realtà, infatti, era tutta una messinscena e si trattava di complici). Dunque, arraffavano preziosi e denaro contante per poi fuggire a bordo di autovetture di grossa cilindrata con targhe false e lampeggianti e tanto di sirene speigate, come quelle in uso alle forze dell’ordine. I sette, poi, non disdegnavano nemmeno i furti in abitazione: dopo aver fatto accurati sopralluoghi, intervenivano con mazze in ferro, grosse cesoie e flessibili di diverse dimensioni. Se scoperti, non avevano remore a minacciare le vittime, anche utilizzando spray urticante, immobilizzandole per poi svaligiare le abitazioni, spesso isolate.

Rapine e furti ad anziani: indagini cominciate nel 2015

Come anticipato, allora, i carabinieri di Pavia, coordinati dal pm Paolo Mazza e dal procuratore facente funzione Mario Venditti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per sette persone, italiane di etnia Sinti e albanesi, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate, furti aggravati, ricettazione ed utilizzo di segni distintivi contraffatti. Gli arrestati nel’operazione Fake police, cominciata nel gennaio del 2015, secondo le indagini agivano nelle provincie di Pavia, Cremona, Lodi, Piacenza, Milano, Bergamo e Brescia, concentrandosi soprattutto su persone anziane facilmente soggiogabili. Le indagini hanno consentito di accertare, tra rapine e furti, almeno 82 episodi, con più colpi in una giornata, arrivando a ricavare anche 50mila euro. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate ricetrasmittenti e altro materiale. Sono tuttora in corso accertamenti su numerosi altri episodi in Lombardia ed Emilia Romagna.

 

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