Muhammad Ali riuscì a ottenere uno scambio di prigionieri tra Iran e Iraq

9 Giu 2016 10:32 - di Redazione

Il leggendario campione di pugilato Muhammad Ali (Cassius Clay) fu un mediatore segreto tra Iran e Iraq per lo scambio e la liberazione di prigionieri di guerra. A rivelarlo, a pochi giorni dalla morte del mito del ring, è stato il giornale iraniano Arman, che ha citato Vahid Moradi, un ex dirigente dell’Organizzazione per lo Sport della Repubblica islamica.

Le due visite di Muhammad Ali

Muhammad Ali fece due visite in Iran: la prima pubblica nel maggio 1993, con una grande copertura mediatica. La seconda, tre mesi dopo, fu invece assolutamente segreta. Stavolta ebbe un incontro con l’allora presidente della Repubblica islamica, Akbar Hashemi Rafsanjani, e insieme a lui si recò in un’area di confine con l’Iraq. Qui avvenne un summit con il vicepresidente iracheno, Izzat Ibrahim, e il pugile – riferisce Arman, citando sempre Moradi, testimone dei fatti – svolse un grande ruolo nello scambio di prigionieri tra I due Paesi. La guerra tra Iran-Iraq, scoppiata nel settembre 1980 quando le forze armate di Saddam Hussein avevano invaso il territorio della Repubblica islamica, era durata otto anni, provocando milioni di morti e di feriti e centinaia di migliaia di prigionieri.

E New York gli ha dedicato una strada

Muhammad Ali Way: New York ha dedicato una via al mito del pugilato scomparso. E’ la 33/ma strada di Manhattan, nella West Side, a due passi dal Madison Square Garden dove l’8 marzo del 1971 e il 28 gennaio 1974 si svolsero due dei leggendari match del secolo tra Muhammed Ali e Joe Frazier.

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