Cannabis, la maggioranza si spacca. Costa: “Legalizzarla è contraddittorio”

29 Giu 2016 19:42 - di Gabriele Alberti

Approderà in aula alla Camera la proposta di legge per la legalizzazione della coltivazione della cannabis. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo della Camera. Il 25 si svolgerà la discussione e dal giorno dopo inizierà il voto. Nella stessa maggioranza di governo c’è chi festeggia e chi non è affatto convinto della bontà della proposta di legge e delle sue conseguenze, come il ministro Costa, che la boccia senza mezzi termini. Lo scontro è nei fatti. Felice e contento è  invece il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, promotore dell’intergruppo per la legalizzazione della cannabis, che saluta l’arrivo nell’aula della Camera del progetto di legge cannabis legale “un risultato importantissimo. Sarà una bellissima battaglia parlamentare – prosegue – nella tradizione delle migliori battaglie parlamentari della Storia della Repubblica italiana, dove si confrontano non maggioranza e opposizione, non chi è a favore o contro il governo, ma ci si confronta su un tema di legalità, di responsabilità e di libertà. Quello che Della Vedova saluta come un primato italiano di civiltà lascia invece molto perplesso e preoccupato il ministro per gli Affari regionali con delega alla Famiglia, Enrico Costa. Altro che risultato importantissimo, qui si tratta di una contraddizione colossale che non fa onore, tutt’altro.

Costa: “Acrobazie per legittimare la tossicodipendenza”

“Lo Stato non può permettersi contraddizioni e, laddove vi siano, vanno rimosse o almeno attenuate. Con una mano combattiamo le ludopatie, i tumori, la tossicodipendenza e, con l’altra mano, godiamo delle risorse derivanti dal gioco, dal fumo e, magari domani, dalla legalizzazione della cannabis. È coerente tutto questo?”. La domanda del ministro Costa, condivisa da larga parte del Parlamento, è destinata ad aprire uno strappo nella maggioranza. Spiega Costa: Costa: “Occorre chiarezza e occorre respingere in radice la tesi, trasparentemente avanzata dai promotori, in base alla quale “La legalizzazione della cannabis in Italia… genererebbe un gettito fiscale assolutamente consistente considerando che, con una regolamentazione analoga a quella dei tabacchi – come quella prevista dalla presente proposta di legge – circa i tre quarti del prezzo di vendita dei prodotti sarebbero costituiti da componenti di natura fiscale. Parte di queste risorse potrebbero essere destinate a interventi di natura preventiva e riabilitativa rivolti ai consumatori di droghe e tossicodipendenti, ma la parte più consistente potrebbe finanziare altri capitoli del bilancio pubblico””. Una tesi inconcepibile contenuta nelle motivazioni della proposta di legalizzazione, che apre uno scontro. “Cosa significa? – si chiede ancora il titolare degli Affari regionali con delega alla Famiglia – legittimare la tossicodipendenza per recuperare le risorse per combatterla e prevenirla? Si tratta di acrobazie che non sono altro che contraddizioni. Su questo – conclude – il Governo non potrà avere tentennamenti”. E’ quello che ci aspettiamo.

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