Ha solo 8 anni e già riceve una “cartella pazza”. Le scuse del Comune

18 Giu 2016 14:29 - di Niccolo Silvestri

In quest’Italia stremata da tasse e balzelli era la “chicca” che mancava, e ora è arrivata. Il protagonista, inconsapevole, è un bambino di appena otto anni che grazie al servizio tributi di Città della Pieve, storico centro del Perugino, è stato direttamente catapultato nel Guinness dei primati come il più giovane essere umano mai tartassato: il Comune gli ha infatti notificato una “cartella pazza” di 338 euro di Tari, la nova tassa sui rifiuti.

È accaduto a Città della Pieve, in Umbria

Buon per lui, cioè il bambino, che non ha ancora l’età per provare lo sconforto che si prova ogni qualvolta un avviso di riscossione raggiunge un contribuente, soprattutto quando l’intimazione di pagamento si riferisce a un tributo non dovuto, a un balzello inventato, a una svista del postino o – come nel nostro caso – perché il «tartassato non sussiste». Il bambino, probabilmente, avrà scambiata la “cartella pazza” per una vecchia letterina spedita a Babbo Natale e poi ritornata al mittente per prolungata assenza del destinatario. Sarebbe stato bello coglierne l’espressione sconcertata quando, aprendola, si sarà trovato di fronte a tutte quelle astruserie che con cadenza sempre più frequente rovinano le giornate degli italiani.

La “cartella pazza” dovuta ad un omonimia

Sia come sia, quelli del Comune si sono accorti di averla fatta davvero grossa e hanno subito provveduto all’annullamento della cartella pazza. Lo svarione – fanno sapere dal municipio di Città della Pieve – sarebbe imputabile a un caso di omonimia (in paese ci sono altre tre persone che hanno gli stessi nome e cognome del bambino). Fosse davvero così, sarebbe un semplice errore. Ma – come per primo ha riportato il giornale La Nazione – una “cartella pazza” è quella che fa impazzire il suo destinatario che quando la riceve non sa a quale santo rivolgersi. Non è il caso del bambino, ovviamente, anche se erano proprio i suoi i dati anagrafici riportati sul documento dell’ufficio tributi. Capito? Un limone da spremere già a 8 anni. Come dare dunque torto al Comune che ha parlato di «caso mai verificatosi in precedenza»? Facile che il tutto sia stato dovuto ad un errore del sistema che ha accostato il codice fiscale del bambino al nome del vero contribuente. In un Paese di tartassati come il nostro, capita anche questo. Purtroppo.

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