Ecco la sinistra che amministra: tasse stellari su Irpef, rifiuti e seconda casa

15 Mag 2016 11:13 - di Marzio Dalla Casta

Qual è il fil rouge che lega indissolubilmente le amministrazioni delle più importanti città italiane? La risposta è semplice: tasse stellari. Che si tratti di sindaci “ortodossi” del Pd – come Fassino a Torino e Merola a Bologna – o in odore di eresia, come Marino a Roma, o, ancora, della componente antagonista e “arancione” come De Magistris a Napoli e Pisapia a Milano, il vizio della sinistra si conferma identico in tutte le sue sfumature di rosso: spremere il cittadino fino a stremarlo in nome di solidarietà pelose, progetti senza senso e servizi scadenti. Certo, c’è anche la responsabilità dei tagli dei trasferimenti da parte del governo centrale. Tagli che spesso hanno messo i sindaci di fronte alla scomoda opzione in base alla quale o si tagliano le prestazioni o si aumenta i balzelli. È così è stato, secondo quanto emerge da uno studio che la Uil servizio politiche territoriali ha effettuato per il quotidiano Repubblica.

Tasse locali sempre più alte. Ma c’entra anche il governo

A Napoli, ad esempio, a incidere terribilmente sulle economie domestiche è la tariffa sui rifiuti, che per la famiglia tipo è pari a ben 436 euro l’anno con un incremento del 29,4 per cento rispetto al 2010. Normale se l’amministrazione comunale si ostina a non dotarsi degli strumenti utili a completare il ciclo dei rifiuti e a spedire ogni giorno, via mare e via terra, tonnellate di immondizia in mezza Europa. “Mondezza” nostra, si badi, che all’estero utilizzano per produrre energia che poi noi compriamo a prezzi da capogiro. Cornuti e mazziati, si dice a Napoli. Non va meglio per i contribuenti partenopei l’addizionale comunale Irpef: De Magistris l’aveva trovata allo 0,5 per cento, ora è allo 0,8: in termini percentuali equivale ad un aumento di 60 punti, che significa per la famiglia media un’uscita di 336 euro annui. Non parliamo poi di tasse sulla seconda casa sotto il Vesuvio. L’aliquota è al massimo: 10,6 per mille. Chi nel 2010 per un’abitazione di media caratura pagava 404 euro oggi ne versa – udite udite – 979 (+142,3).

Sindaci pd o “arancioni”, la ricetta della sinistra è sempre la stessa

Dalla capitale del Sud a quella del Nord la musica cambia poco. A Milano, la giunta Pisapia ha fatto crescere la tariffa sui rifiuti del 57,6 percento costringendo la famiglia tipo a sborsare 331 euro in luogo dei 210 di cinque anni prima. Irpef locale ritoccata verso l’alto (0,8 per cento) mentre, a parità di rendita catastale, una seconda casa sotto il Duomo costa più che a Napoli: ben 1000 euro. Il biglietto da visita di Roma è invece l’addizionale Irpef che nella Capitale è la più alta d’Italia (0,9) con un costo di 378 per famiglia, pari ad un aumento dell’80 per cento rispetto al 2010. Aliquote al top anche sulle seconde case: 11,4 per mille, il massimo consentito dalla legge. In pratica, il costo è praticamente raddoppiato. Anche a  Torino l’addizionale Irpef è oggi allo 0,8 (era lo 0,5 nel 2010) con un incremento medio del 60 per cento, che per il contribuente significa pagare 336 euro invece che 201 come cinque anni prima. Batoste anche sulla seconda casa, passata dal 6 al 10,6 per mille. Infine, Bologna, dove – secondo la Uil – l’aumento la famiglia media è costretta a sostenere un peso fiscale di 1779 euro euro, con un incremento del 98,5 per cento negli ultimi cinque anni. Tasse, insomma, e niente più.

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