Santanchè lancia la Santa Alleanza: “Serve partito della Nazione a destra”

16 Mag 2016 8:18 - di Redazione

Inutile stuzzicarla sul gossip, per quanto i pettegolezzi sulle sue relazioni sentimentali riempiano il web: «Il gossip lo faccio su Novella 2000 di cui sono editore, e basta quello». Daniela Santanchè adesso vuoi parlare di politica, futuro della destra e alleanze. «A Roma sto assolutamente con la Meloni. Perché non voglio tradire gli elettori. So quale deve essere il campo di gioco», dice. Per la Santa, la strada è una sola, un centrodestra unito che veda Forza Italia al fianco di Fratelli d’Italia e Lega, schierato su posizioni ¡dentarie. «Abbiamo sempre governato con la Lega, anche quella di Bossi che era secessionista», ripete a “Libero”.«A maggior ragione dobbiamo farlo ora che Matteo Salvini l’ha portata su posizioni nazionaliste».

Santanchè annuncia il sostegno alla Meloni a Roma

Del resto, la Santanchè chiude il suo libro (Sono una donna sono la Santa, Mondadori) con una «sfida sull’identità» rivolta a Silvio Berlusconi: «Escluderemo tutto ciò che non siamo noi, che non è la nostra identità per costruire un nuovo destino». Ed è su questo destino che alcuni si scervellano. C’è chi immagina Daniela fuori da Forza Italia, al fianco di Salvini. E c’è chi la ritiene già fuori di fatto, in virtù proprio delle sue posizioni «identitarie». «A Roma sto con la Meloni perché non voglio tradire gli elettori», dice. Che cos’ha Alfio Marchini che non va? «Non è una questione di Marchini o non Marchini. Non ho niente da dire su Marchini come persona. Ho molto da dire invece sulle alleanze. Quello che mi interessa, da un punto di vista politico, è parlare dello schema di gioco. Uno schema che è sempre stato lo stesso: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia. Dove governiamo, lo facciamo con questo schema e questa squadra. Intendiamoci, non assolvo Giorgia Meloni e Matteo Salvini per il loro comportamento sul candidato sindaco a Roma…».

La Santanchè ammette: “Su Roma errori anche di Meloni e Salvini”

Dove hanno sbagliato? «Beh, prima hanno detto che Bertolaso andava bene e si è trovato un accordo comune. Poi Bertolaso ci ha messo del suo e non andava più bene. Errori ne hanno commessi, dicevo, però sbagliare è umano. È il perseverare a risultare diabolico». Hanno sbagliato più Salvini e la Meloni o Berlusconi? «Silvio è stato il più grande federatore nella storia della Repubblica, ha saputo tenere insieme elementi anche diversissimi. Dunque mi sarei aspettata – considerando anche le nuove regole imposte da Renzi con la legge elettorale – che l’alleanza non si spaccasse. Detto questo, io lavorerò perché la vicenda di Roma sia una parentesi tonda, che si apre e si chiude, dopodiché si toma al nostro schema».

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