Parisi: “Vincere a Milano per lanciare l’alternativa liberal-popolare”

9 Mag 2016 8:15 - di Redazione

Parisi, l’hanno inchiodata a una responsabilità grossa, il centrodestra riparte da lei? «Io sento forte la responsabilità di Milano. E ovviamente Milano ha una valenza nazionale che non è soltanto economica. Io penso che il centrodestra possa tornare a vincere sulla base di una piattaforma liberale e moderata». Stefano Parisi, già direttore generale del Comune di Milano (con Gabriele Albertini) e fondatore di Chili tv, è riuscito a mettere insieme Matteo Salvini e l’ex ministro di Ncd Maurizio Lupi, Corrado Passera con i Fratelli d’Italia. L’altro giorno ha ricevuto la telefonata di sostegno di Pier Ferdinando Casini e ieri l’incoronazione di Silvio Berlusconi, ricorda “Il Corriere della Sera“.

Parisi a Milano ha unito tutte le anime del centrodestra

«È chiaro che se io vincessi, ci sarebbero conseguenze, una contaminazione a livello nazionale. Poi, io non lavoro per determinare conseguenze sul governo. Non mi occupo di questo. Farò il sindaco di Milano per i prossimi 5 anni almeno. Ma di certo, serve a tutti un centrodestra in grado di proporre un’autentica alternativa liberale e popolare». Salvini e Lupi con lei non litigano? «Ma no, abbiamo cenato insieme prima della presentazione della mia candidatura, e poi ci siamo visti spesso. Il clima è molto positivo». Altrove non accade. Secondo lei, come mai? «Qui c’è una concreta possibilità di vincere. E tutti sanno che si vince su una linea moderata. È quella che porta a conquistare un voto oltre il 50 per cento».

Moderato non significa fare mezze riforme o compromessi

«Con Salvini abbiamo avuto modo di spiegarci bene. Anche lui è convinto che sia utile una candidatura come la mia. Che non si sovrapponga alla Lega, ma vada a prendere i voti che fanno la differenza. E poi, occorre capire che cosa significa la parola “moderato”». Cosa significa? «Moderato è chi riesce a intercettare sentimenti radicati e magari radicali, e a questi cerca di dare una soluzione. Moderato non significa fare mezze riforme o compromessi: in questo non siamo moderati, ma determinati».

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