Pannella, funerali con polemica: «Alcuni omaggi puzzano di ipocrisia»

21 Mag 2016 15:52 - di Niccolo Silvestri

Molto pathos, poca gente in piazza Navona per l’estremo saluto a Marco Pannella. Piazza Navona, luogo simbolo delle battaglie radicali che proprio sotto il palazzo del Borromini hanno vissuto le fasi più tormentate ed esaltanti della loro storia. Un atto dovuto sostarvi prima di trasportare a Teramo le spoglie del leader radicale, dove riposeranno nella cappella di famiglia. C’è commozione, e si dee. La si legge sui volti, ma si percepisce anche dall’oscillare rassegnato di tante bandiere, tutte radicali ma tutte diverse tra loro (Transnazionale, “Rosa nel pugno”, “Radicali italiani”).

I Pannella boys oggi sono in tutti gli schieramenti

Sul palco, dove troneggia un maxischermo su cui scorrono le voci e le immagini di Leonardo Sciascia, Enzo Tortora, Domenico Modugno, Pier Paolo Pasolini e tanti altri che nei decenni scorsi dei radicali hanno condiviso impegno e battaglie, la classe dirigente radicale. Spiccano i volti di Rita Bernardini, di Emma Bonino, di Nicola Turco, e soprattutto di Roberto Giachetti, oggi candidato per il Pd a sindaco di Roma a dimostrazione dell’avvenuto “contagio” radicale in tutto ciò che resta del bipolarismo della Seconda Repubblica. Gli unici, infatti, che ne sono immuni sono i Cinquestelle.

La Bonino: «Marco in vita è stato irriso e vilipeso»

Molto pathos, poca gente, dunque. Colpa certamente del caldo estivo, arrivato un po’ a sorpresa nella capitale, ma anche del copioso pellegrinaggio di militanti, simpatizzanti, autorità e cittadini che alla notizia della morte di Pannella si è immediatamente riversato nella camera ardente allestita nella sala “Aldo Moro” di Montecitorio e poi in quella della sede radicale di largo di Torre Argentina da dove il feretro è stato portato a spalla con destinazione piazza Navona, per il funerale laico.Ma è comunque un funerale politico. E se il vecchio leone non è più in grado di ruggire, ci pensa Emma Bonino a riscaldare la piazza: «Alcuni omaggi postumi – arringa tra gli applausi l’ex-ministro degli Esteri del governo Letta ed ex-Commissario europeo indicato dal governo Berlusconi – puzzano di ipocrisia lontano un miglio». Nel corso della sua vita – ha detto ancora la Bonino – Pannella «è stato soprattutto irriso e deriso, quando non vilipeso».

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