Niente comizio a piazza del Popolo per Grillo. Il capo lascia sola la Raggi

28 Mag 2016 10:22 - di Redazione

Ha dato forfait per non meglio definite “ragioni personali”. Beppe Grillo, salvo ripensamenti dell’ultima ora,  non parteciperà al comizio di chiusura della campagna elettorale di Virginia Raggi il 3 giugno a Roma. Sul palco di piazza del Popolo la candidata grillina, campionessa di gaffe, dovrà rinunciare al tifo del comico fondatore del movimento e accontentarsi dell’ospitata dell’attore Claudio Santamaria e del Nobel Dario Fo. Dopo aver conquistato la location più gettonata della Capitale, strappando la storica piazza missina ad Alfio Marchini, la Raggi deve incassare l’assenza del capo. Una notizia che, insieme al riacutizzarsi delle tensioni con Federico Pizzarotti sospeso dal movimento dopo l’avviso di garanzia,  rischia di rovinare la festa alla candidata data per favorita nella corsa al Campidoglio. La politica non c’entra, giura lo staff di Grillo che, dopo i flop in teatro, probabilmente non se la sente di mettere la sua faccia alla manifestazione clou del movimento in una piazza difficile da riempire.

Grillo lascia sola la Raggi

Innervosita dall’assenza del capo, con i sondaggi calanti, l’avvocatessa acqua e sapone ha preferito non commentare il forfait di Grillo e spostare l’attenzione sulla partecipazione “scandalosa” di Matteo Renzi all’agone elettorale. Dopo il pressing dei suoi, infatti, il premier ha deciso di benedire con la sua presenza la chiusura elettorale di Roberto Giachetti all’Auditorium della Conciliazione il primo giugno suscitando le reazioni degli avversari e della sinistra dem. «Il premier non sta facendo il premier – attacca la Raggi – deve capire che ha un ruolo istituzionale e deve svolgerlo in modo imparziale». Stessa reazione da parte di Stefano Fassina: «Giachetti vuole il presidente del Consiglio accanto a lui. È un segno di debolezza. Per mesi hanno ripetuto che a Roma si facevano le amministrative e il governo non c’entrava nulla e poi nelle ultime settimane c’è stata una parata di ministri, sottosegretari che prospettano investimenti miliardari su Roma».

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