Napoli, ora De Magistris cerca di imitare Achille Lauro. Senza riuscirci

2 Mag 2016 15:57 - di Giacomo Fabi

Ci prova Luigi De Magistris a uscire dai panni del Masaniellograzie al quale cinque anni fa riuscì a sedurre i napoletani, per indossare quelli di sindaco attento ai bisogni veri della città, che in realtà devono apparirgli ben diversi da quelli che è riuscito a soddisfare nel corso del suo mandato da sindaco. In questi anni trascorsi a Palazzo San Giacomo De Magistris ha scelto come suoi interlocutori privilegiati i centri sociali e i gruppuscoli estremisti della città ritagliando per sé il profilo di “sindaco di strada”, antagonista e fuori dal Palazzo.

Una contraddizione solo apparente in una città come Napoli, spesso incline ad affidarsi a chi può condividere con la sua essenza più profonda il ruolo e la condizione di marginalità. De Magistris l’ha capito e si comporta di conseguenza. Ma ha capito altrettanto bene che di sole chiacchiere non si può vivere a lungo e quindi ci prova ad aggiungere un pizzico di concretezza ai bla-bla-bla in stile guerrigliero finora offerti ai sempre più perplessi napoletani. Eccolo, infatti, volgere lo sguardo sulle Vele di Scampia, il quartiere della periferia nord della città, ormai location (si dice così?) più famosa del mondo dopo il successo di Gomorra, i cui residenti – a detta del sindaco – passeranno a breve e gradualmente in nuovi alloggi popolari.

E poiché De Magistris, di suo, è esagerato ha già presentato il tutto come «una delle più grandi operazioni di edilizia popolare mai fatta in città». Bum! E poiché al suo smisurato ego l’annunciato “esodo biblico“ da Scampia alla terra promessa sembra ancora poco, non ha potuto fare a meno  di evidenziare come tutto sia capitato «in un momento storico in cui hanno fatto di tutto per far tracollare la città dal punto di vista amministrativo, economico e finanziario, ma noi – ha aggiunto con piglio da vero hombre vertical – abbiamo retto a questo tsunami». Doppio bum. Ma chi crede di essere, Achille Lauro? Ma il Comandante la gente nelle nuove case popolari ce la mise davvero. E pure a spese sue. Un intero rione, che infatti si chiama Lauro. Questa è la storia, altro che speculazione.

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