Meloni: il mio obiettivo? Eliminare i sette peccati capitali di Roma

28 Mag 2016 15:07 - di

Giorgia Meloni, in pantalone scuro e camicia bianca infiamma la sala dell’Auditorium della Conciliazione appena sale sul palco e saluta tutti i suoi sostenitori. La manifestazione organizzata per presentare i “7 obiettivi” per rilanciare Roma è stata aperta da un video di Sabina Guzzanti che la imita. E lei ci ride su con una battuta: «Mi imitano sempre sul fatto che sono romana: che si senta. Loro lo considerano un limite io una ricchezza». Poi, subito a parlare dei “7 peccati della Capitale”:  buche, trasporti inadeguati, emergenza rifiuti, famiglie abbandonate a se stesse, turismo in calo, periferie dimenticate e ogni forma di occupazioni abusive. E i “7 peccati della Capitali” rappresentano i 7 obiettivi «che ci poniamo nei cinque anni di amministrazione».

Meloni: «I grilli non saltano più come una volta»

«Certe cose surreali sentite in questa campagna sono proposte di chi non si pone il problema di arrivare a governare. Noi ce lo poniamo e abbiamo obiettivi seri», spiega la candidato sindaco di Roma.  Per descrivere le performance dei suoi sfidanti al Campidoglio ricorre a una metafora: «La legge mi impedisce di citare i sondaggi, ma un uccellino mi ha detto che i grilli non saltano più come una volta e se va bene arrivano all’altezza dei meloni. I gigli non vanno bene e c’è una Ferrari in panne sul raccordo». Poi riferendosi alla norma di legge statale che consente di non far pagare la tassazione sui redditi, l’Irap e l’Imu alle imprese che operano in una specifica zona della città, dice: «Penso di far applicare la legge sulla zona franca urbana a partire da Tor Bella Monaca e poi a rotazione nei quartieri più poveri». E ancora: «Non so se Salvini ci sarà alla mia chiusura che sarà il 2 giugno. Lui sarà con me lunedì e martedì e quindi non so se giovedì sarà presente fisicamente. Ma in questa campagna elettorale è stato ampiamente vicino al nostro lavoro e il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti».

Rampelli: Roma è la periferia d’Italia

Ad aprire i lavori  è stato Fabio Rampelli. «La parola periferia è stata fin qui associata  alla parte urbana più distante del centro storico di Roma – ha detto il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia – Ci viene il sospetto che Roma sia una periferia italiana. È come se la Capitale fosse stata parcheggiata da trent’anni a questa parte su un binario morto. Roma sta lì, non riesce a schiodarsi da questo ruolo che mortifica non solo se stessa, i propri cittadini, ma ache condanna il resto d’Italia, specie il Centro Sud a una sorta  d’inerzia. Non c’è solo Roma, ma attraverso Roma è finito su un binario morto mezza Italia».

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