Intervista a Riina junior, Vespa contro l’Agcom: vuole censurarmi

5 Mag 2016 11:26 - di Redazione

Bruno Vespa, sotto “inchiesta” dell’Agcom per l’intervista al figlio di Totò Riina, torna all’attacco. Contestando il richiamo del Garante per le comunicazione, che definisce una “censura”, il giornalista ha  avviato una procedura di accesso agli atti della delibera dell’Agcom, «a tutela della mia onorabilità personale e professionale». «Confermo di aver incaricato l’avvocato Luigi Medugno di chiedere un accesso agli atti relativi alla procedura seguita dall’Agenzia per la Garanzia nelle Comunicazioni per censurare severamente la mia intervista a Salvatore Riina. L’ho fatto, la direzione della Rai è stata naturalmente informata», ha spiegato in una nota Vespa rompendo il silenzio di queste settimane.

Vespa: ho fatto come Santoro e Biagi

Sul suo profilo Twitter il conduttore di Porta a Porta ha pubblicato altre interviste a boss mafiosi realizzate in passato da altri «mostri sacri» del piccolo schermo senza per questo provocare tutte le polemiche che, al contrario, hanno colpito l’ospitata di Riina junior nel suo “salotto”. Gli utenti del web possono facilmente “consultate” le interviste di Enzo Biagi a Luciano Liggio, il “capo dei capi” di Totò Riina e a Raffaele Cutolo, capo della camorra, e l’intervista choc di “’Servizio pubblico” al figlio del boss Bernardo Provenzano. «Sono profondamente sorpreso dal provvedimento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che non ricordo essersi mai espressa con tanta clamorosa severità nei confronti di una intervista televisiva», aveva dichiarato a caldo Vespa dissentendo «radicalmente» dai giudizi espressi nel richiamo e rivendicando «di aver rispettato ancora una volta la deontologia professionale e la dignità della persona con lo scrupoloche da cinquant’anni caratterizza la mia attività giornalistica».

Commenti

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  • Trigliedda 20 Marzo 2018

    Bravo Bruno ! ! Ma tu sai benissimo che ci sono figli e figliastri. Mi piacerebbe conoscere i componenti di questo Ente di Autorità delle comunicazioni. Perché non si interessa delle comunicazioni pubblicitarie che palesemente sono. False e bugiarde?