INPS: nel 2023 ci sarà un buco di 53 miliardi. Pensioni a rischio?

26 Mag 2016 8:25 - di Redazione

Una voragine da 56 miliardi di euro: basteranno 7 anni ad aprirla nei conti dell’Inps e prosciugare il suo patrimonio, in attivo ancora per poco. Ma sulla tenuta del sistema previdenziale non c’è da aver paura, sostiene Tito Boeri: nessun rischio fallimento perché le prestazioni sono garantite dallo Stato. Anzi, il presidente dell’Istituto ribadisce la necessità di “maggiore flessibilità in uscita” e la defìnisce “sostenibile”. Anche se bisognerà capire se e come questi numeri saranno compatibili con gli interventi alla riforma Fornero, richiesti anche dai sindacati, si legge su “Il Fatto quotidiano“.

Boeri lo ha confermato in Commissione di vigilanza sugli enti previdenziali

Secondo il documento approvato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza, il patrimonio dell’Inps si ridurrà a 1,8 miliardi nel 2016 e andrà in passivo nel2017, per poi sprofondare fino a -56 miliardi nel 2023. Boeri lo ha confermato in Commissione di vigilanza sugli enti previdenziali, spiegando però di non essere preoccupato: “Se i dati possono sembrare allarmanti, lo sono molto meno considerando che il 99% del bilancio è costituito da prestazioni garantite da leggi statali”, ha detto. Senza dimenticare che l’Istituto, erogando prestazioni per cui non è previsto il pagamento dei contributi (come ad esempio l’assegno sociale) è strutturalmente in disavanzo. Proprio su questo Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, invita a fare chiarezza: “Bisogna cominciare a separare i conti della previdenza da quelli dell’assistenza per avere un quadro più veritiero”.

E’ lo stesso Boeri a dire che ‘”la flessibilità può essere sostenibile”

Restano però tutte le criticità di un bilancio in rosso: nel preventivo 2016 il disavanzo economico sale a 11,2 miliardi di euro, due in più rispetto al 2015. La previsione è quella di una perdita di circa 10miliardi all’anno peri prossimi 10 anni. L’allarme – parziale e da interpretare – arriva mentre il governo ha riavviato il dialogo coi sindacati per mettere mano alla riforma Fornero: sul tavolo c’è soprattutto il tema della flessibilità in uscita (con un pacchetto di misure per anticipare di qualche anno l’uscita dal lavoro in casi particolari) e l’estensione degli 80 euro alle pensioni più basse.

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