In piazza contro Maduro. E scattano le violenze contro gli anticomunisti

19 Mag 2016 9:35 - di Bianca Conte

Prola d’ordine: reprimere. Uno schieramento di forze della sicurezza da assetto bellico e un diktat per tutti: mettere la sordine alla voce dell’opposizione anticomunista, al malcontento popolare e ai disordini di piazza. Sfidando lo stato di emergenza proclamato dall’erede di Chavez, l’opposizione anticomunista è scesa per le strade a favore del referendum contro Nicolas Maduro, ma i manifestanti hanno subìto una dura repressione da parte delle forze dell’ordine a Caracas e in altre città del Venezuela.

Anticomunisti in piazza contro Maduro

L’obiettivo era contestatre Maduro e arrivare alle sedi del Consiglio nazionale elettorale (Cne) per esigere che questo organismo – accusato di connivenza con il governo – acceleri la convocazione del referendum. Di fatto, però, i cortei di protesta non sono riusciti a raggiungere né la sede centrale del Cne a Caracas, né in molte altre città del paese, perché la polizia e la Guardia Nazionale gliel’hanno impedito, sparando gas lacrimogeni e pallottole di gomma contro i manifestanti. Per poter consegnare un documento con le loro richieste al Cne, il presidente dell’Assemblea Nazionale, Henry Ramos Allup, e l’ex candidato presidenziale Henrique Capriles, lo hanno dovuto dare a Luis Emilio Rondon – l’unico oppositore fra i cinque rettori del Cne – che ha attraversato tutta Caracas in moto per incontrarli, dall’altra parte dei blocchi disposti dalle unità antisommossa.

La rivolta di piazza invade il web

Durante tutta la giornata si sono moltiplicati sui social network i video, le testimonianze e le foto sui feriti e gli arrestati durante le manifestazioni; l’hashtag #HoyLlegamosAlCNE è arrivato in cima alla classifica dei trending topic su Twitter e diverse fonti hanno parlato di almeno sette arresti a Caracas. Il deputato dell’opposizione Freddy Superlano ha riferito da parte sua che a Barinas (capitale dell’omonimo stato) almeno 9 manifestanti sono stati catturati dalla polizia, fra i quali una rappresentante del partito Volontà Popolare, che è rimasta ferita negli scontri. Particolarmente forti le immagine inviate da Merida, capitale dell’omonimo stato, dove milizie pro governative hanno invaso la sede dell’Universidad de los Andes, dove si erano riuniti gli oppositori di Maduro, incendiando vari veicoli e aggredendo i manifestanti.

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