Svizzera, allievi musulmani autorizzati a non stringere la mano alla maestra

5 Apr 2016 10:59 - di Paolo Lami

Sta suscitando un putiferio in Svizzera la notizia che due studenti musulmani, A. e N., della scuola secondaria di Therwil, nel Cantone di Basilea-Campagna, nella Svizzera nord-occidentale, sono stati autorizzati a non stringere la mano alla maestra, in quanto donna, dalla direzione dell’istituto scolastico.
La vicenda, rivelata da un articolo della Schweiz am Sonntag, era venuta alla luce a novembre scorso quando due fratelli siriani di 14 e 15 anni, supportati dalla propria famiglia, avevano rifiutato di dare la mano alla loro docente di classe, contrariamente alla pratica in vigore nella scuola come tradizione da anni. La docente, che si sentiva discriminata, ha protestato più volte con il rettore chiedendogli di essere tutelata e di prendere posizione a sua tutela.
A dicembre c’è stata una riunione fra i due allievi e la docente e, secondo quanto riferisce il giornale domenicale, la direzione della scuola secondaria che si trova a Känelmattweg, ha, alla fine, raggiunto un accordo con i due ragazzi musulmani, che sono cresciuti in Svizzera, accordo in base al quale non saranno più tenuti a stringere la mano alla docente, per tenere conto del fatto che secondo un certo insegnamento islamico un uomo non può toccare una donna che non sia la moglie.
Immediate le reazioni di condanna alla decisione. «Non è così che mi immagino l’integrazione», è insorta il ministro della giustizia Simonetta Sommaruga. Il rito di stringere la mano ai propri docenti è considerato molto importante, è una vera e propria tradizione e una pratica sociale diffusa.
«Non possiamo accettare questo in nome della libertà di credo. La stretta di mano è parte della nostra cultura», ha sottolineato citata dalla stampa.
Anche l’associazione degli insegnanti del cantone di Basilea-Campagna ha contestato la scelta della direzione della scuola: si tratta di una rottura con la tradizione e di una discriminazione delle donne, ha affermato Beat W. Zemp, presidente dell’associazione citata dall’agenzia di stampa elvetica Ats: «Io certamente come preside avrei deciso diversamente. La stretta di mano è parte della nostra cultura».
Intervistata dalla televisione, un’insegnante in un liceo basilese, musulmana, Jasmina El Sonbati, ha detto che il rifiuto di stringere la mano non ha nulla a che vedere con l’Islam, si tratta piuttosto di una “moda neo-islamica” che non può in alcun modo venir tollerata.
Dal canto suo Jürg Lauener, rettore della scuola finita sotto accusa, definisce l’accordo coni due studenti musulmani «un compromesso accettabile. Siamo una scuola semi-autonoma e dobbiamo essere in grado di risolvere i problemi sul posto» anche se, comunque, sollecita, per il futuro, una decisione cantonale.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *