Frontiere, Salvini rilancia: non mi pento, Mattarella non difende l’Italia

11 Apr 2016 11:47 - di Redazione

Matteo Salvini non si pente dell’attacco domenicale al presidente Sergio Mattarella sul “caso frontiere”. «Per me non cambia nulla. Le frontiere e i confini ci sono, tutti li difendono, l’Italia no», ha insistito il leader della Lega intervistato a La Telefonata di Belpietro. Salvini aveva dato del «venduto» al capo dello Stato per la frase pronunciata all’inaugurazione di Vinitaly a Verona sul superamento delle frontiere riferito all’export dei prodotti italiani.

Salvini: non mi pento, mi denunciassero pure

«Parlo anche dell’ingresso quotidiano di tonnellate e tonnellate di schifezze che arrivano dall’altra parte del mondo: riso pesce, latte, carne, arance, pomodori, che arrivano sulle tavole degli italiani mandando al disastro il lavoro dei nostri allevatori e agricoltori». Nessun passo indietro: Salvini non si riconosce in Mattarella. «Non sono assolutamente pentito. Se certi politici facessero due passi tra la gente, parlando con un disabile che prende trecento euro al mese, quando un immigrato ne costa mille, parlando con una vittima della legge Fornero, o con un commerciante rovinato dalla riforma di settore, altro che passeggiate chiacchierone al Vinitaly. Qui c’è una politica lontana dalla vita di tutti i giorni degli italiani».

«Ho le spalle larghe»

«Io ho le spalle larghe. Se qualcuno mi denuncia non me ne può fregar di meno. Nel mio piccolo difendo i diritti e gli interessi dei cittadini italiani che potenti non sono», ha detto ancora Salvini dopo le durissime reazioni al suo attacco frontale a Mattarella (il presidente del Senato Pietro Grasso in un tweet ha parlato di «offese inaccettabili»). «Tra tanti politici che rubano, raccomandano, fregano il denaro pubblico, se io devo essere processato perchè ho detto che la magistratura non funziona, o perchè ho detto che Napolitano è stato il peggior Presidente della Repubblica degli ultimi anni ed ha svenduto pezzi di Italia e di sovranità all’Europa e ai paesi del mondo, se devo essere processato perché difendo gli interessi degli italiani, allora processatemi anche domani mattina».

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