Regeni, al Sisi ora dà la colpa ai media. «I Servizi non c’entrano»

13 Apr 2016 15:15 - di Redazione

«I servizi segreti non c’entrano. Noi egiziani abbiamo creato un problema con l’assassinio di Giulio Regeni». Dopo la crisi diplomatica con il ritiro dell’ambasciatore italiano al Cairo e il fallimento della missione degli inquirenti egiziani a Roma, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi torna a parlare della morte del giovane ricercatore italiano e per la prima volta scagiona ufficialmente gli 007.

 Al Sisi: i Servizi non c’entrano con la morte di Regeni

Il presidente egiziano è tornato a negare il coinvolgimento dell’intelligence egiziana nell’uccisione di Reggine, «dietro l’omicidio c’è gente malvagia», ha detto al Sisi senza  fornire altri dettagli. A generare il polverone sarebbero stati, invece, i media egiziani che hanno pubblicato menzogne e false piste. «Dobbiamo stare attenti a menzogne e accuse da parte di persone attorno ai noi, noi egiziani, che hanno trasmesso e pubblicato queste accuse e queste menzogne», ha detto il premier nel suo intervento in Parlamento davanti a esponenti politici, sindacati e ong, «siamo noi che abbiamo creato questo problema per l’Egitto».

Colpa dei media egiziani

Nel bersaglio di al Sisi ci sono i “professionisti dei media” e le “reti sociali”: «Noi annunciamo un progetto, loro lo mettono in dubbio; noi annunciamo una decisione, loro la mettono in dubbio; noi annunciamo un caso come quello là e loro accusano lo Stato». Dopo aver espresso le condoglianze alla famiglia Regeni, al Sisi ha voluto sottolineare i buoni rapporti con Roma e invitato gli inquirenti italiani a tornare in Egitto per appurare la verità («noi agiamo in piena trasparenza»).  «Attribuiamo grande interesse a questo caso in particolare, in quanto abbiamo relazioni molto privilegiate con gli italiani, la dirigenza italiana si è posta al fianco dell’Egitto dopo il 30 giugno», ha detto ancora Sisi riferendosi alle manifestazioni di piazza che nell’estate del 2013 portarono alla deposizione del presidente Mohamed Morsi, esponente dei Fratelli musulmani, e un anno dopo alla sua elezione.

Una seduta ad hoc del Parlamento

«Dopo un lungo pressing i deputati egiziani si sono assunti l’impegno formale a tenere una seduta pubblica del loro Parlamento dedicata specificatamente alla vicenda di Giulio Regeni». Lo hanno reso noto i deputati azzurri, Alberto Cirio, Fulvio Martusciello e Massimiliano Salini, al termine del loro incontro a Strasburgo con una delegazione di parlamentari egiziani. «Vogliamo risolvere insieme a voi  – hanno detto ai colleghi egiziani – la tragedia Regeni. Vogliamo la verità per la famiglia ma anche per noi, per i rapporti storici tra Italia ed Egitto».

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