Ecco perché le buste arancioni con i calcoli sulle pensioni spaventano Renzi

20 Apr 2016 16:07 - di Robert Perdicchi

Sono già in viaggio verso le case dei lavoratori italiani le migliaia di lettere che gli italiani ritroveranno nelle cosiddette “buste arancioni”, con l’estratto conto contributivo e la simulazione standard della pensione futura. Si tratta delle prime, circa 150mila che in queste ore  sono state messe a punto e consegnate alle Poste per la spedizione. L’invio è casuale, almeno dal punto di vista dell’età anagrafica di chi le recapiterà. La consegna avverrà entro la settimana, come già detto dal presidente Inps, Tito Boeri, artefice di una iniziativa che a quanto pare non risulta troppo gradita al governo Renzi. «Abbiamo trovato tantissimi ostacoli, soprattutto per l’invio delle buste arancioni perché, lo voglio dire con sincerità, c’è stata paura nella classe politica, paura che dare queste informazioni la possa penalizzare», ha spiegato lo stesso presidente dell’Inps, parlando dei ritardi e delle difficoltà per la campagna informativa con cui l’Istituto diffonde le proiezioni sulla pensione futura. Per Boeri ha pesato “la paura di essere puniti sul piano elettorale”.

I tagli e la flessibilità sulle pensioni

Sul fronte dei tagli, invece, il governo apre a un intervento sul sistema pensionistico, con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che si dice “favorevole a un ragionamento complesso” sul tema. L’obiettivo è doppio: abbassare l’asticella per chi vuole uscire e sbloccare un turnover rimasto al palo. La ricetta è quindi quella della flessibilità, l’alternativa avverte Tito Boeri è drammatica: “intere generazioni perdute”, dice con assonanza alla lost generation citata dal presidente Bce Mario Draghi. Il problema sono i costi dell’operazione e il sottosegretario Tommaso Nannicini i conti li ha già fatti, “5 o 7 miliardi”, ma lo Stato potrebbe condividere la spesa “con uno sforzo di creatività e soluzioni di mercato”. E qui le banche potrebbero giocare un ruolo, in uno scenario nuovo, con un mix di alternative e un maggiore peso del secondo pilastro. A fare pressioni per un ammorbidimento dei i vincoli introdotti dalla Fornero, non è solo l’Inps, che lo vuole “in tempi stretti”, ma anche i sindacati. La leader della Cgil Susanna Camusso, chiede “atti concreti”, sulla stessa linea il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan: «Siamo stanchi degli annunci». Scettico il numero uno della Uil Carmelo Barbagallo che giudica l’apertura “virtuale”.

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