Parigi, i comunisti aggrediscono il filosofo anti-Islam Finkielkraut (video)

18 Apr 2016 12:10 - di Antonio Marras

Polemiche a non finire, a Parigi, dopo la “cacciata” sabato sera da place de la République, ormai sede permanente dei manifestanti notturni delle “Notti in piedi”, del filosofo Alain Finkielkraut, fischiato e insultato, trattato da “fascista” e “povero coglione”. Il video con le immagini dell’aggressione da parte di un gruppo nutrito dei manifestanti ha fatto il giro del web suscitando indignazione e da parte di molti la richiesta di mettere fine a questo movimento. Finkielkraut, nel video, appare molto contrariato e afferma – allontanandosi dalla piazza – che la manifestazione è espressione di una “democrazia fasulla, di un falso pluralismo”. I Giovani comunisti, su Twitter, si sono invece rallegrati di aver respinto Finkielkraut. Najat Vallaud-Belkacem, ministro dell’Educazione, ha condannato l’episodio ai microfoni di BFM: “non sono sempre d’accordo con quello che afferma lui, ma mi batterò sepre affinché possa farlo. Quanto alle violenze, alcuni limiti sono stati superati. Penso che il movimento “Nuit Debout” debba interrogarsi sul suo futuro”. Nato a Parigi da una famiglia di ebrei polacchi scampati alla Shoah (i suoi genitori erano sopravvissuti alla deportazione ad Auschwitz), Alain Finkielkraut fu allievo della École Normale Supérieure, nella quale studiò letteratura moderna e si laureò in filosofia. Dal 1989 al 2014 è stato docente di Cultura generale e Storia delle idee presso il dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’École polytechnique, una Grande école d’ingegneria. Nel suo ultimo pamphlet, che continua a dominare le classifiche di vendita francesi nel settore dei saggi, il filosofo dice che l’ambiguo concetto di “assimilazione” degli immigrati si è sostituito a quello di “integrazione”, e che una sinistra perbenista e politicamente corretta fino all’autolesionismo tace colpevolmente sull’antisemitismo, la misoginia e la “francofobia” di quelli che Finkielkraut chiama “i territori perduti della Repubblica”, dove ormai l’islam detta legge.

 

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