La “schiforma Renzi”: il trash dell’Isola dei famosi conquista il Parlamento

16 Apr 2016 13:17 - di Augusta Cesari

È la politica del trash. Sempre più trash. Come in un reality la schiforma Renzi è stata approvata in un’aula parlamentare vuota ma che si auto-esalta, un po’ come fa la Marcuzzi all’Isola dei famosi, «tutti ci guardano», «tutti ci vogliono». Renzi è convinto che il mondo sia con lui e che sia il più bello del reame. Ne era convinta anche Simona Ventura all’Isola, prima di essere sbattuta fuori per due volte dal televoto. Sta di fatto che è calato il sipario su una più buie settimane della storia della nostra Repubblica con il sì alla “schiforma” come ha avuto modo di battezzarla Renato Brunetta. Come dare torto a lui e a tutto il centrodestra che in questi giorni hanno parlato di stravolgimento della nostra Carta? E che hanno sottolineato il fatto che il percorso avviato sulle riforme è diventato un atto «eversivo» e non più «costruttivo», come era nelle intenzioni iniziali, clamorosamente contraddette dal “bullismo” isituzionale di Renzi.

L’aula semivuota in cui si è consumata questa pagina istituzionale è la raffigurazione plastica di una dramma politico: il capo del Pd e del governo – non eletto- parla e decide applaudito solo dai suoi, da Alfano e da un’agglomerato di parlamentari “raccogliticci”, da Sc ai verdiniani. Tra bugie e capovolgimenti di fronte «il presidente del Consiglio (si fa per dire), Matteo Renzi, ha violentato la nostra Carta fondamentale, ha usato la Costituzione contro se stessa. Ha usato il voto di 130 deputati che a norma di sentenza della Corte costituzionale non dovrebbero sedere in Parlamento (compresa la ministra Boschi) per modificarla, a colpi di maggioranza, comprando politicamente a Palazzo Madama 60 senatori eletti con lo schieramento opposto a quello della sinistra».  Focalizzare tutto questo alla vigilia del referendum sulle trivelle è fondamentale per concentrare tutti gli sforzi politici su un altro referendum, che si annuncia cruciale. Spiega il centrodestra. Per fortuna il popolo avrà diritto di dire “no”. «L’articolo 138 della Costituzione che prevede il referendum confermativo è stato davvero una saggia uscita d’emergenza voluta dai padri costituenti. Adesso dunque l’obiettivo deve essere quello di respingere a ottobre, con la consultazione popolare, questa sciagurata riforma. L’obiettivo deve essere quello di mandare a casa Renzi – Renzi game over, questo lo slogan –  e di ripristinare la democrazia nel nostro Paese. Per fare questo c’è bisogno dell’impegno e del coinvolgimento di tutti, lavorando sin da subito ai Comitati per il “no”, e lanciare campagne informative in giro per l’Italia.

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