Il prof licenziato torna, abbraccia gli studenti e spiega Nietzsche

8 Apr 2016 10:18 - di Ginevra Sorrentino

Stefano Rho, il prof licenziato torna a sedersi in cattedra. Dalle aule del tribunale a quelle scolastiche il percorso è stato lungo e non proprio indolore, ma sicuramente anche ricco di soddisfazione e riscontri: a partire dall’affetto e dalla solidarietà dimostrata all’insegnante dai suoi studewnti, prima, e dall’opinione pubblica, poi. Questi, dunque, sono i giorni del ritorno. O meglio, del reintegro al proprio posto di lavoro. Al proprio ruolo. E così, è arrivato al liceo Falcone di Bergamo in sella alla sua bicicletta, ha abbracciato alcuni suoi studenti che l’hanno accolto festanti, ha risposto a qualche domanda dei giornalisti e poi è corso, letteralmente, verso la classe, dove ha tenuto la sua prima lezione dopo mesi di lontananza forzata dalla cattedra per via del suo licenziamento. Argomento: il filosofo Nietzsche. «Finalmente torno alla normalità e a fare quello che mi piace: lavorare con i ragazzi», è stata la dichiarazione del professor Rho, rientrato ufficialmente al lavoro dopo essere stato reintegrato dal giudice di Bergamo.

Il prof licenziato è tornato in cattedra

Al Falcone il prof Rho era già comparso martedì mattina, ma soltanto per alcune pratiche burocratiche. Il 25 marzo scorso il giudice del lavoro aveva infatti disposto il suo reintegro e il 31 marzo il tribunale lo aveva anche assolto dal reato di falso. Il docente bergamasco era stato infatti licenziato proprio perché accusato di non aver comunicato un suo “precedente penale” relativo a un fatto di undici anni fa, quando venne sorpreso dai carabinieri, a notte fonda e a margine di una festa di paese, a fare la pipì in un cespuglio. Per quell’episodio – che in virtù di un istema fortemente burocratizzato ha assunto a distanza di tempo dimensioni a dir poco spropositate – rimediò un’ammenda e il prof Rho pensò che la vicenda si fosse chiusa lì: tanto da non indicare il “precedente” nel suo curriculum. Il tempo, come noto, non gli avrebbe dato ragione, alimentando un caso inedito quanto beffardo.

Il pensiero per i colleghi nelle sue “ex” condizioni

Emerso il fatto a 11 anni di distanza, infatti, il prof era stato licenziato, tra l’incredulità di studenti e colleghi. Oggi il docente ha avuto parole anche per altri insegnanti nelle sue stesse (ex) condizioni: «A me è andata bene – ha rilevato –, ma non posso dimenticare la situazione di molti miei colleghi che, per colpa dell’autocertificazione, sono ancora a casa senza lavoro. Dobbiamo fare qualcosa per loro». Il professore riceverà ora anche gli stipendi arretrati. Oltre che davanti al giudice del lavoro, che gli ha dato ragione, il docente era dovuto comparire anche in udienza preliminare perché accusato di falso, per non aver dichiarato all’ufficio scolastico provinciale quanto gli era accaduto. Durante il periodo di “licenziamento”, il docente aveva svolto 40 ore in una comunità per minorenni di Sorisole, dove si è occupato dell’alfabetizzazione dei ragazzi.

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