Génération identitaire tiene il corteo anti-Islam. E un belga su due è d’accordo

2 Apr 2016 18:50 - di Redazione

Malgrado il divieto, la manifestazione anti-islamica organizzata dal movimento Génération identitaire, ha avuto luogo ugualmente a Bruxelles. È stata naturalmente una serata di tensione a Molenbeek, il quartiere islamico di Bruxelles, dove la polizia ha fermato decine di militanti di destra, di cui due con bombolette di spray al peperoncino, e non molotov come era stato detto inizialmente, mentre è stata fermata la stazione della metro Comte de Flandre per impedire ai giovani di muoversi e raggiungere il memoriale degli attentati alla Bourse.

In contemporanea alla manifestazione di destra, si è svolta una contromanifestazione di sinistra. Anche in questo caso è intervenuta la polizia, che ha fermato varie decine di persone davanti al memoriale delle vittime degli attentati alla Bourse. In tutto gli arresti sono stati un centinaio. Tra questi anche il presidente della Lega dei diritti dell’uomo belga, Alexis Deswaef. Sono stati riportati dai media diversi incidenti tra alcuni giovani, che avrebbero lanciato delle pietre contro le forze dell’ordine, la polizia e anche tensioni con la stampa internazionale presente in massa sul posto da ore insieme a moltissimi curiosi. Una donna è stata investita da un’auto che non si voleva fermare ai posti di blocco della polizia, che ha utilizzato un’autopompa e manganelli creando panico tra i presenti. Nelle riprese video si vede un’anziana signora spintonata brutalmente dai poliziotti. Anche un elicottero era in sorvolo sulla zona. Non è insomma serviti il divieto in tutta la regione di Bruxelles Capitale per la manifestazione anti-Islam organizzata da Génération identitaire, e anche delle sue contro-manifestazioni. La decisione è stata presa dal presidente-ministro Rudi Vervoort, che ha fatto uso per la prima volta di questo potere per evitare scontri su tutto il territorio brussellese dopo il divieto già adottato dal sindaco del comune di Molenbeek.

La polizia ha caricato brutalmente i giovani di Génération identitaire

In ogni caso, dopo gli attentati di Bruxelles, un belga su due è a favore della chiusura delle frontiere ai rifugiati per evitare altri attacchi terroristici. È quanto emerge da un sondaggio pubblicato dal quotidiano belga Le Soir. E, sempre per un belga su due, l’equazione “rifugiato=musulmano=terrorista” è tutt’altro che un’aberrazione. Anzi, quattro belgi su 10 ritengono che la comunità musulmana sia “abbastanza complice” dei recenti atti terroristici. Allo stesso tempo, l’altro 50% della popolazione ritiene che la chiusura delle frontiere ai migranti non serva a niente in quanto “sono spesso dei belgi che commettono gli attentati”. I risultati del sondaggio, ha lanciato l’allarme il sociologo e responsabile scientifico del sondaggio, Benoit Scheuer, mostrano “una società iper-frammentata”, spaccata su “due polarità: una parte della popolazione che spinge per una società aperta, cosmopolita, e un’altra frangia che sostiene una società chiusa, con più muri, più controlli, più autorità”. Si è appreso anche che decine di persone si erano riunite in mattinata a Dilbeek, nel Brabante fiammingo, per una breve manifestazione anti-Islam. Lo riferisce l’agenzia Belga. Non si registrano disordini o incidenti. La polizia era presente sul posto.

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