Fini: “Berlusconi insiste su Bertolaso perché ha capito la trappola di Salvini”

25 Apr 2016 23:25 - di Aldo Di Lello

Gianfranco Fini a tutto campo nel salotto di Formigli, “Piazzapulita”, su la7. Il presidente di Liberadestra affronta i temi spinosi dell’emergenza migranti, del referendum di ottobre sulla riforma truffa di Renzi, e, naturalmente, delle lacerazioni all’interno del centrodestra per le candidature a sindaco di Roma. Il bersaglio principale della sua critica è la politica di Salvini, a cui “non interessa Roma”. Secondo Fini, Berlusconi non è certo tipo da “farsi condizionare da nessuno” e quindi sarebbe destituita di fondamento la tesi secondo cui il suo insistere sulla candidatura di Bertolaso sarebbe stata determinato dall’influenza del cosiddetto “cerchio magico” e della giovane compagna Francesca Pascale, la quale ha pesantemente attaccato il leader leghista definendolo un “troglodita” .  A suo giudizio, l’insistenza su Bertolaso, da parte del leader di Forza Italia, dipende dal fatto che Berlusconi ha “capito la trappola che gli ha teso Salvini a Roma” con lo scopo di conquistare la leadership nazionale del centrodestra.

Di Giorgia Meloni Fini dice: “Le faccio i migliori auguri anche se non la voterò”. Secondo l’ex presidente della Camera la leader di Fratelli d’Italia ha voluto, con la propria candidatura, “accendere i riflettori su di sé”. E sottolinea che FdI non può essere l'”erede” politico di Alleanza nazionale perché An “raggiunse il 13 per cento dei voti riuscendo a unire i consensi tradizionali della destra a quelli di elettori provenienti dal centro”, mentre invece, a suo giudizio, il partito guidato dalla Meloni sarebbe una “fotocopia” di quello guidato da Salvini. A “proposito di voto identitario” , ha aggiunto Fini, “penso che Francesco Storace sarebbe un ottimo oppositore” alla giunta che guiderà il Comune di Roma nella prossima consigliatura. Secondo l’ex presidente della Camera non c’è infatti speranza, nel’attuale frammentazione, che un candidato del centrodestra possa raggiungere il ballottaggio.

Per  il presidente di Liberadestra la vera partita politica si giocherà, passate le amministrative, al referendum confermativo di ottobre, un appuntamento  che lo stesso Renzi ha posto come una sorta di “plebiscito sulla sua persona”. Secondo Fini bisogna votare No perché si tratta  riforme “pasticciate”. Un Senato come quello proposto dalla legge  Renzi-Boschi non ha senso: “Tanto vale abolirlo del tutto, il Senato, e arrivare al monocameralismo”. “Come presidenzialista convinto -ha aggiunto Fini- penso che il rafforzamento dell’esecutivo debba essere compensato da un  corrispondente rafforzamento del potere di controllo del Parlamento”. In caso di bocciatura della riforma -prevede il presidente di Liberadestra – sarebbe inevitabile la “nascita di un governo di scopo che rifaccia la legge elettorale”. Se alle prossime elezioni, nell’eventualità della bocciatura delle riforme, si dovesse andare votare con l’Italicum, avremmo infatti un Parlamento ingovernabile.

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