Duplice omicidio a Genova: uccisi per un apprezzamento su una ragazza

26 Apr 2016 10:43 - di Ginevra Sorrentino
Polizia truffatori lavoro

Una lite banale per insignificanti parole di apprezzamento indirizzate a una ragazza: e scoppia la tragedia. Due corpi crivellati di colpi e la morte, a neppure un’ora di distanza, di un padre e di un figlio, giustiziati dall’assassino per quelle frasi giudicate inopportune. È accaduto nel ponente di Genova, eppure, killer e vittime sono tutti liguri “d’adozione”: il primo, che nella notte ha confessato il duplice omicidio, si chiama Salvatore Maio, ha 62 anni ed è calabrese di origine; i due uomini, padre e figlio, periti sotto i colpi d’arma da fuoco, sono Adriano e Walter Lamberti,  due “genovesi” di origine sinti.

Duplice omicidio a Genova

La scena del duplice delitto – o meglio, il luogo in cui l’intento omicidiario è scaturito, alimentandosi di una furia cieca e insopprimibile – è quella di un qualunque bar a Genova Pegli. Lì, Maio avrebbe detto alla polizia di aver sparato per un apprezzamento rivolto a una ragazza, a sua detta inopportuno, fatto da Walter Lamberti. E tanto è bastato a motivare l’assassino che, lasciato il locale per andare ad armarsi, è poi tornato al bar usando l’auto della moglie, pronto a sparare. A freddare a sangue freddo le vittime, e a scappare a piedi subuto dopo, rifugiandosi nella casa di un parente dove poi è stato trovato dalla polizia. Ma prima della breve fuga, secono quanto fin qui appreso, e subito dopo aver sparato, Maio avrebbe buttato la pistola, una Beretta 7,65 con matricola abrasa, poco lontano dai due corpi. Le forze dell’ordine sono risalite al suo nome dalle testimonianze raccolte sul posto e dopo aver identificato l’auto appartenente proprio alla moglie di Maio. Il quale, interrogato nella notte dalla pm Patrizia Ciccarese, ha immediatamente confessato.

Le vittime freddate in pochi attimi

Pochi colpi di pistola in rapida successione e per Adriano e Walter Lamberti, 51 e 27 anni, padre e figlio, genovesi di origine sinti, è stata la fine. Sono morti entrambi: Adriano sul marciapiede davanti a un locale notturno di Genova Pegli, Walter all’ospedale Villa Scassi, dove è arrivato con l’addome lacerato dai colpi di pistola. Tutto succede nell’arco della tarda serata di lunedì e si concluderà con la squadra mobile che sottopone a fermo di pg un uomo per duplice omicidio. Tutto si è consumato in una manciata di ore: ore cruciali, di rabbia, di violenza, di morte.

La lite per un apprezzamento a una ragazza

Una lite furente tra un padre e figlio e un uomo, avventori dello stesso bar. L’uomo che li riprende e con cui si scatena la litigate esce dal locale. I due liguri di origine sinti restano invece, e quando varcano la soglia torvano ad attenderli l’uomo con il quale hanno appena litigato. Volano parole grosse, il padre difende il figlio, l’uomo estrae una pistola e spara. Il primo a cadere è Adriano, che si è messo sulla linea di fuoco per fare da scudo al figlio. Morirà in pochi secondi. Poi tocca a Walter: due-tre colpi all’addome. Poi l’assassino scappa a piedi, lasciando a terra i due. Sul posto arriva la polizia con le ambulanze. Walter viene portato in codice rosso al Villa Scassi di Genova. Anche lui morirà un’ora dopo la sparatoria. La polizia raccoglie testimonianze, nomi, notizie e poco prima di mezzanotte esegue un fermo. Poi la confessione dell’assassino: l’accusa, per lui, è duplice omicidio aggravato.

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