Dopo il “caso Battisti” a scuola si studieranno i cantautori: a partire da De André

17 Apr 2016 20:35 - di Giulia Melodia

Verità negate, equivoci strumentalizzati, appropriazioni e disconoscimenti: il “caso Battisti” -ovvero il 4 dato da un professore a una studentessa di 13 anni perché aveva riproposto l’atavico dibattito sulle preferenze conservatrici del celebre cantautore scomparso, tra grossolaneria e conformismo spicciolo ha avuto quanto meno il merito di riaprire il dibattito sull’importanza dell’apporto culturale garantito da quelli che sono i nostri maestri della canzone d’autore. Un repertorio tra i più prestigiosi del nostro patrimonio artistico, quello dei cantautori italiani, che non si capisce come solo ora, e sulla scia di un caso che ha generato nuova linfa polemica, possa essere preso in considerazione come possibile materia scolastica.

Il “caso Battisti” e le proposte del giorno dopo

Già, perché a ridosso delle recriminazioni sull’attendibilità o meno del riconoscimento di una matrice “fascista” nei testi e nelle tematiche affrontate dal cantautore di Poggio Bustone, il “caso Battisti dimostra come sia importante che i ragazzi, quando si avvicinano alle canzoni d’autore, lo facciano comprendendo appieno il valore della parola e il senso poetico dei testi”. E dato che a dichiararlo è stato l’assessore regionale all’Istruzione Ilaria Cavo, che rilancia il progetto del suo assessorato sullo studio nelle scuole dei principali cantautori genovesi, a partire da Fabrizio De André, l’intera polemica intellettuale e le proposte costruttive che ne conseguono, entrano fattivamente nelle sfera istituzionale… e scolastica.

A scuola si riparte dai cantautori

“L’episodio avvenuto in una scuola della Valbisagno conferma come sia importante insegnare negli istituti, nei percorsi extracurricolari, anche i testi delle canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana, per evitare che gli studenti più giovani si basino su giudizi frettolosi o sul sentito dire”, ha spiegato la Cavo, aggiungendo come e perché “dal prossimo 8 ottobre studiosi e critici nazionali proporranno agli studenti di 5 scuole pilota la lettura di testi dei cantautori genovesi, a partire da De André”. Basta equivoci e supposizioni frettolose o appropriazioni tardive: il dibattito si azzera e riparte dall’esegesi dei testi e dalla loro interpretazione critica. E allora, su La costruzione di un amore o La guerra di Piero, solo per fare un esempio, si potranno fare analisi e verifiche per proporre una lettura reale e diretta delle canzoni, al di là delle definizioni generiche. Il programma, che sarà reso noto nel dettaglio entro il mese di maggio, partirà dai cantautori genovesi ma con la flessibilità di venire incontro alle esigenze e a tutte le sollecitazioni che possono arrivare dai ragazzi”. Dunque le antologie scolastiche si aggiornano e programmi ministeriali e controversie intellettuali ripartono dai cantautori a dimostrazione che – per citare un altro rappresentante della scuderia musicale nostrana – non sono solo canzonette… O almeno, non sempre.

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