Celentano torna “predicatore” e attacca Renzi: «Matteo, sei ipocrita»

6 Apr 2016 18:00 - di Francesca De Ambra

Contro Renzi e il suo astensionismo al referendum anti-trivelle scende in campo la cavalleria pesante, cioè Adriano Celentano, il cui intervento imminente sulla questione era già stato annunciato da un post pubblicato sul suo blog. Poi puntualmente arrivato per la gioia (si fa per dire) del presidente del Consiglio, costretto ad aggiungere una nuova (e popolare) voce a quella dei suoi già numerosi critici.

A Celentano non piace la posizione del governo sulle trivelle

Celentano ha infatti preso posizione per il “sì” al referendum sulle trivelle. E lo ha fatto alla sua maniera, cioè mescolando ironia e denuncia sociale, brani delle sue canzoni a riflessioni più o meno condivisibili. E infatti l’incipit del blog è lo stesso della profetica Svalutation: «Prendo il giornale e leggo che “di giusti al mondo non ce n’è”». Ma è solo l’inizio. Il resto è un crescendo che parte dagli 80 euro in busta paga («anche se per un “voto in più” si fanno cose peggiori, ma questo basta, secondo te, per essere giusti? No, non basta, come giusti non lo sono stati, escluso De Gasperi, tutti quelli che ti hanno preceduto») per poi finire al controverso tema delle trivellazioni in mare.

«Meglio perdere il posto che ammalarsi»

«Per schiarirci le idee – sottolinea infatti Celentano – basterebbe leggere una tua dichiarazione apparsa sul Corriere di oggi. Il “Supermolleggiato” si riferisce ad una dichiarazione nella quale il premier ha auspicato il fallimento del referendum per non «bloccare 11mila posti di lavoro». Per la rockstar, le parole di Renzi sono solo l’«ennesima ipocrisia, in stile governativo» che fi fa capire quanto «siamo lontani anni luce da quel modello di giustizia che finora mai nessuno ha rivestito». Quale sia tale modello, è lo stesso Celentano a rivelarlo: «E allora io dico a quegli 11mila lavoratori, che invece dovranno essere fieri di perdere il posto di lavoro, perché – spiega – salveranno 22mila bambini che morirebbero di cancro mettendosi in coda a quelli che già stanno morendo a Taranto. E sono proprio loro (quelli che perderanno il posto) che devono dare il buon esempio e andare a votare per il “sì”. Una svolta che, come al solito, – ha concluso Celentano – arriverebbe dagli “ultimi” per insegnare il buon senso ai “primi”.

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