Bimba morta in casa: i genitori tornano a chiedere il rito abbreviato

6 Apr 2016 14:10 - di Martino Della Costa

Torna in Aula a Milano il caso della bimba morta in casa: genitori alla sbarra. La piccola Aurora non c’è più: ma il dramma della sua morte continua a riecheggiare nei corridoi di un tribunale dove, proprio in queste ore, padre e madre della bimba morta per «grave disidratazione» e «iponutrizione cronica e acuta» sono tornati a chiedere  il ricorso al rito abbreviato e condizionato a una perizia psichiatrica. La decisione delle Corte in merito è attesa per il prossimo 4 maggio.

In Aula il caso della bimba morta in casa: genitori alla sbarra

Dunque la strategia difensiva torna a chiedere per i genitori della piccola, imputati a Milano per la morte della figlia di appena 9 mesi, avvenuta nella loro casa nella notte tra il 26 e il 27 febbraio dell’anno scorso, il giudizio con rito abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica e all’ascolto di tre testimoni. La vicenda fu denunciata e dibattuta sui media: quella morte causata da un arresto cardiocircolatorio per via di una «grave disidratazione» e «iponutrizione cronica e acuta» scioccò l’opinione pubblica. Oggi, il caso di quell’inaccettabile morte torna d’attualità in virtù del procedimento che ne è seguito e che oggi si aggiorna alla richiesta di rito abbreviato condizionato, già respinta in sede di udienza preliminare, e di nuovo avanzata oggi, in apertura del dibattimento, alla Corte d’Assise, presieduta da Ilio Mannucci, dai difensori della coppia che risponde di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla conseguente morte. I giudici si sono riservati di decidere per il prossimo 4 maggio, giorno in cui è stata fissata la prossima udienza del processo.

Gli argomenti dell’accusa, i dati dell’inchiesta

Secondo il pm Cristian Barilli, titolare delle indagini, Marco Falchi e Olivia Beatrice Grazioli, 41 e 37 anni, la notte della tragedia avrebbero chiamato i soccorritori del 118 soltanto due ore dopo la morte della piccola nell’appartamento in cui vivevano insieme al nonno paterno in via Filippo Severoli, alla periferia della città. Di questo, e di molto altro, evidentemente, i due imputati dovranno rispondere. Come se non bastasse, infatti, dagli accertamenti è emerso che la bimba riceveva un nutrimento insufficiente e viveva in condizioni igieniche precarie e in un ambiente sporco e malsano, tanto che nel corso dei sopralluoghi sono stati trovati scarafaggi anche nel frigorifero della cucina e in alcuni cassetti. Per l’accusa, inoltre, la piccola veniva lasciata nella culla per diverse ore senza mai poter cambiare posizione. Dall’autopsia, infatti, sono emerse una deformazione del cranio e una piaga sulla schiena provocata dalla mancanza di movimento, oltre ad una dermatite dovuta al fatto che il pannolino non veniva cambiato di frequente.

Un orrore senza fine che rivivrà il prossimo 4 maggio

Un orrore senza fine, quello vissuto fino all’istante dalla piccola Aurora, a cui sono stati riscontrati, inoltre, danni ai polmoni provocati dall’ingestione dei liquidi e del cibo, che spesso assumeva quando era sdraiata. Stando all’inchiesta, la piccola, poi, non sarebbe mai stata visitata da un pediatra fino a 20 giorni prima della morte e, forse per evitare che dai sopralluoghi emergessero le condizioni di degrado, soltanto nei giorni successivi alla tragedia la coppia, sempre secondo il pm, avrebbe dato una ripulita alla casa e l’aveva fatta disinfestare dagli scarafaggi. Di tutto questo gli imputati alla sbarra dovranno rendere conto il prossimo 4 maggio.

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