Bertolaso resiste: «Berlusconi mi ha detto di andare avanti»

21 Apr 2016 17:32 - di Niccolo Silvestri

Il centrodestra romano sembra a un passo dalla chiusura dell’accordo. Silvio Berlusconi, su mandato dell’Ufficio di presidenza di Forza Italia, incontrerà Matteo Salvini e la candidata Giorgia Meloni nel tentativo di mettere la parola fine ad un valzer che da settimane sta facendo girare la testa a più di un elettore. Nonostante ciò, il “sembra” è d’obbligo perché se da un lato i dirigenti “azzurri” della Capitale pressano il Cavaliere affinché rompa gli indugi e favorisca l’intesa con Lega e FdI-An, non mancano a Palazzo Grazioli gli estimatori di Alfio Marchini, l’ingegnere prestato alla politica ritenuto più spendibile nella battaglia contro li annunciati vincitori del  ballottaggio di giugno: i grillini. In più, c’è l’incognita Guido Bertolaso.

L’ex-premier incontrerà Salvini e la Meloni

Chi lo dà per fuori dai giochi nella corsa al Campidoglio, come Matteo Salvini, forse commette un errore di valutazione. L’ex-capo della Protezione Civile non ha infatti alcuna intenzione di smobilitare. Lo ha detto chiaramente in una conferenza stampa tenuta proprio in queste ore alla sala stampa di Montecitorio. Dalle sue parole, il traguardo di un’intesa o di un accomodamento con la leader dei Fratelli d’Italia appare ancora lontano. E così, alla domanda circa un possibile ticket con Giorgia Meloni per la sfida Campidoglio, ha risposto in maniera tutt’altro che interlocutoria: «Io i ticket li pago solo sull’autobus o sulla metropolitana».

Bertolaso: «Il Cavaliere cercherà l’unità sul mio nome»

Bertolaso è convinto di avere l’appoggio incondizionato di Forza Italia e soprattutto di Berlusconi e per questo dà un’interpretazione radicalmente opposta a quella fornita dall’intera stampa sulla riunione odierna dell’Ufficio di presidenza. A suo avviso, infatti, il parlamentino forzista gli avrebbe rinnovato l’appoggio «dando mandato a Berlusconi di verificare se si può trovare un’unità» sul suo nome. Bertolaso, dunque, non lascia. Anzi raddoppia e avverte: «Chi mi ha accompagnato – ha risposto a chi gli ha domandato se intendesse ritirarsi dalla corsa per il Campidoglio – sa che io vado avanti e che il mio obiettivo è il 5 giugno. I romani decideranno chi sarà il loro sindaco. Sulla base di programmi e non di voci»

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