Si nascondeva a Genova uno dei capi dell’Isis ucciso in Libia nei raid

7 Mar 2016 14:14 - di Carlo Marini

Aveva un passaporto rilasciato a Genova il terrorista libico morto nel raid Usa di Sabrata contro l’Isis. Lo rivela Il Giornale. Il filo rosso tra le bandiere nere dell’Isis e il nostro Paese porta il nome di Choucane Noureddine, che potrebbe essere stato coinvolto nel rapimento dei quattro tecnici italiani in Libia. «Noureddine – scrive Fausto Biloslavo – aveva impiantato da tempo un campo di addestramento alle porte di Sabrata facendo transitare in Libia i combattenti tunisini dello Stato islamico. Da questo campo sarebbero partiti i terroristi suicidi del museo il Bardo, nella capitale tunisina e della spiaggia di Sousse.Il 19 febbraio una coppia di caccia F 15 Usa ha colpito la base uccidendo Noureddine ed una cinquantina di jihadisti».

«L’obiettivo dell’Isis sono gli italiani»

«Dopo il bombardamento Usa e durante i combattimenti – prosegue l’inchiesta del Giornale – sono stati ritrovati nei covi dello Stato islamico diversi documenti postati sulle pagine Facebook dei miliziani anti Califfo.Fra questi due passaporti tunisini intestati a Noureddine, il capo del Califfato locale obiettivo del raid Usa con la sua foto da sbarbato. Il primo è stato apparentemente rilasciato il 22 gennaio 2011 dal consolato tunisino di Genes, Genova in francese. Una fonte del Giornale sostiene che «ha vissuto a lungo nel capoluogo ligure». Il secondo dall’ambasciata a Roma 4 giorni dopo». L’Italia come base logistica dell’Isis all’insaputa dei nostri servizi? Un’ipotesi agghiacciante, che fa rileggere in un’altra ottica l’allarme lanciato, in tempi non sospetti dal giornalista Toni Capuozzo all’indomani degli attentati del Bardo, a Tunisi, dove morirono alcuni turisti italiani. «L’obiettivo sono gli italiani. Non si tratta di un attacco casuale». E. forse, i terroristi li abbiamo già in casa.

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