“San Gennaro non si tocca”: Napoli in rivolta. E De Magistris si aggrappa al patrono

6 Mar 2016 13:01 - di Elsa Corsini

San Gennaro non si tocca. I napoletani fanno sul serio e sono pronti alle barricate per difendere l’amatissimo patrono della città dalle grinfie di Angelino Alfano e della Curia romana. In migliaia sono scesi in piazza contro il decreto del ministro dell’Interno che introduce quattro componenti della curia nella Deputazione, l’organismo da sempre laico che da oltre quattrocento anni  gestisce la Cappella e il Tesoro di San Gennaro (le ampolle del sangue e le sacre reliquie).

San Gennaro non si tocca

Un’interferenza romana che non va giù al popolo napoletano. Nel nome della laicità in migliaia, donne, studenti, bambini, abitanti  del centro storico dove «abita» San Gennaro,   mescolati ai “nobili” della Deputazione,  sono scesi in piazza davanti al Duomo sventolando i  fazzoletti bianchi, segno dell’avvenuto miracolo dello scioglimento del sangue, e legandoli alla cancellata all’ingresso della cappella, territorio laico all’interno del Duomo. Sotto accusa, oltre al Viminale, anche l’Arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che per ora ha scelto di non esprimersi (La Bibbia dice che c’è un tempo per tacere e uno per parlare. Per me questo è il tempo di tacere, poi ci sarà quello per parlare e parlerò molto). Un rappresentate storico della Deputazione ha scomodato persino papa Francesco. “Ci farebbe piacere se il pontefice  si interessasse al caso San Gennaro e dicesse la sua in merito. Nei secoli scorsi la Curia ha più volte cercato di sottrarre la Cappella alla giurisdizione della Deputazione, ma i vari papi che si sono succeduti  ci hanno sempre protetto con bolle che ristabilivano la posizione laica”.

De Magistris: sto con il popolo

Il sindaco, Luigi De Magistris,  neanche a dirlo, si erge a  portabandiera della laicissima sommossa popolare, irritato anche per aver appreso dai giornale lo scippo del governo “alla città di un pezzo di storia e di identità” . «Mi schiero dalla parte del popolo –  dice il sindaco arancione  in cerca di consensi perduti  – Roma stia lontana . Eviterei operazioni che il popolo non comprenderebbe».  De Magistris, che  in qualità di sindaco di Napoli presiede la Deputazione, insiste: “Perché modificare qualcosa che finora ha funzionato? Certo  tutto può essere migliorato, ma perché far diventare San Gennaro strumento di una prova muscolare?». Al disastrato capoluogo campano non mancava altro che un braccio di ferro politico-religioso sulla “gestione” del tesoro del patrono della città.

 

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