Meloni boccia il ticket Marchini-Bertolaso: «Un nuovo Patto del Nazareno…»

29 Mar 2016 19:41 - di Redazione

Un’alleanza Marchini-Bertolaso «sarebbe una sorta di riedizione del Patto del Nazareno, farebbe capire che l’unica l’unica voglia che ha Forza Italia è quella di far perdere me». Così la candidata sindaco di Roma Giorgia Meloni a Porta a Porta. Un’alleanza di questo tipo per Meloni “sarebbe incomprensibile agli elettori di Forza Italia”. Ma la Meloni non ha chiuso la porta a possibili accordi: «Il tema della leadership del centrodestra dipende dalle scelte che fa Berlusconi. Se Berlusconi a Roma decide di perdere penso che segni lui il fatto che non è più il leader del centrodestra. Noi stiamo facendo un lavoro con altre realtà civiche. C’è la voglia di tentare una ricomposizione del centrodestra». La leader diFratelli d’Italia ha poi spiegato di essersi candidata non per dividere ma per vincere. «Sarei più contenta di vincerla con un segnale di unità». Prenderebbe Guido Bertolaso come city manager della Capitale? «Certo, sarebbe un valore aggiunto. Ha una grande capacità di concretezza ma la politica è un’altra cosa».

Il rebus della data per le Comunali

Chi, a cominciare dal candidato FI Guido Bertolaso a Roma, chiedeva di votare alle amministrative il più presto possibile resterà quasi sicuramente deluso: la data “ufficiosa” per le elezioni comunali 2016 è infatti quella del 5 giugno (la stessa delle amministrative in Sicilia), con eventuale ballottaggio due settimane dopo, il 19. Data sulla quale, sebbene si vociferasse da tempo, nessuno si era spinto contribuendo a creare una certa “suspense” sull’election day che coinvolgerà, tra le principali città, Milano Roma e Napoli. Oggi, invece, è emerso ufficiosamente che il primo turno delle Comunali si terrà la prima domenica di giugno. Non il 29 maggio né il 12 giugno quindi (erano queste le altre ipotesi percorribili) ma il 5: ovvero alla fine di un lungo ponte estivo che parte giovedì 2 giugno (Festa della Repubblica) e finisce proprio domenica. Non a caso, solo pochi giorni fa era stata Giorgia Meloni, candidata Fdi-Lega a Roma, a scagliarsi contro una simile ipotesi: «Il  5 giugno per noi è una data sbagliata, c’è il rischio astensionismo ed è un modo per allontanare i cittadini dal voto», aveva spiegato la leader di Fdi. Proprio per questo il governo sta valutando di tenere aperti i seggi non solo per la giornata di domenica, ma anche per la mattinata di lunedì, fino alle ore 14 o alle ore 15, come già è accaduto in passato. Mentre, sulla bocciatura da parte dell’esecutivo della scelta di votare il 12 giugno ha pesato, spiegano fonti della maggioranza, la coincidenza della data con la celebrazione ebraica dello Shavuot (la Festa delle settimane), che cade il sesto giorno del mese ebraico di Sivan, ovvero tra il 14 maggio e il 15 giugno. Ora toccherà al Viminale, nei prossimi giorni, firmare il decreto che stabilisce la data delle amministrative (che per legge devono tenersi tra il 15 aprile e il 15 giugno): c’è tempo fino all’11 aprile, ovvero fino al 55/o giorno precedente alla data del voto.

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