Meloni: «Io al ballottaggio, altrimenti voto la Raggi. E se mi dicono fascista…»

18 Mar 2016 9:47 - di Monica Pucci

«Non temo né Raggi né Giachetti ma, se non arrivassi al ballottaggio voterei Raggi anche se trovo deludente la storia di M5s perché speravo di avere degli alleati in Parlamento su alcuni argomenti di rottura. Poi ho capito che per loro l’unica cosa importante è che loro sono puliti e gli altri spazzatura e non ti aiutano mai a portare a casa un risultato». È convinta di farcela, Giorgia Meloni, ma tra un Giachetti e un grillino forse sceglierebbe il secondo, anzi, la seconda, forse anche per spirito di squadra femminile. Ad Agorà la leader di Fratelli d’Italia spiega ancora i motivi della sua scesa in campo, e dopo poco, su Facebook, precisa meglio la sua idea sul ballottaggio: «Stamattina mi hanno fatto una domanda: a Roma voterebbe il suo amico Giachetti o la Raggi? Ho escluso la possibilità di non andare al ballottaggio. Ci arriverò e vincerò. La Raggi è una giovane donna e mi fa simpatia ma è di sinistra, come lei stessa sostiene».

La Meloni e il centrodestra da rilanciare

«A me non interessa rottamare nessuno nè mi interessa la leadership del centrodestra. Ma che a un certo punto debba esserci un ricambio generazionale sta nella natura delle cose», ha aggiunto ancora la Meloni, rispondendo a chi le chiedeva se nel centrodestra non fosse in corso un cambio generazionale. E in merito alla scelta di Berlusconi di mantenere il proprio candidato Guido Bertolaso ha aggiunto: «Mi sembra un’impuntatura dire “questo è il mio candidato e rimane”. Noi abbiamo fatto le scelte che abbiamo fatto perché vogliamo vincere a Roma e non voglio fare regali a questo Governo e soprattutto non voglio regalare la mia città». Poi un’ultima frecciata a chi ironizza sul suo passato e su chi la circonda: «Fin quando mi dicono che sono fascista è una buona notizia perché vuol dire che non hanno nulla di serio da dire». Si riferiva forse a Berlusconi? «Non sono fascista ma distinguo l’antifascismo storico da quello politico. L’antifascismo nella storia repubblicana è qualcosa che guardo con sospetto perché è stato usato per ammazzare gente. L’antifascismo è stato utilizzato politicamente per mettere all’angolo gente e alcune volte per ammazzarla. Riconosco tutti i drammi legati alla storia del fascismo, ma non ha alcun senso legarsi alla storia di 70 anni fa», ha concluso.

Infine le Primarie: «Credo che le primarie sarebbero state la scelta migliore e ancora oggi sarei disposta a farle ma il problema sono i tempi: se mi dicono che si fanno in due settimane sono d’accordo», ha detto la Meloni, aggiungendo di aver «chiesto per prima le primarie, ma non si sono fatte perché i miei alleati, e non solo Berlusconi, hanno pensato si perdesse un sacco di tempo».

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