L’ultima salto della quaglia di Croppi: da Alemanno a Marino, fino a Giachetti…

10 Mar 2016 10:18 - di Redazione

Ama cambiare spesso, e non c’è niente di male se non fosse un politico ma un modello di Armani. In più, spesso, dove va lui, si perde, ma questo fa parte della vita. Umberto Croppi, editore e pubblicitario, questa volta punta le sue carte per Roma sul candidato sindaco del Pd, Roberto Giachetti. E, come dice in un’intervista al Corriere della Sera, “spera di non sbagliare”. Dopo tanti pentimenti, visto che certamente la sua carriera politica non è un esempio di linearità ed è costellata di continui salti della quaglia di stampo mastelliano.

Croppi e le sue molteplici “casacche”

Dopo averlo affiancato in campagna elettorale, Croppi era diventato assessore con il sindaco Gianni Alemanno ma dopo un rimpasto di giunta, persa la poltrona, aveva cambiato strada per approdare, nelle successive elezioni, sul carro di Ignazio Marino. Da destra e sinistra, visto che in tenera età Croppi aveva militato nelle file del Fronte della Gioventù e del Fuan, poi era entrato nel comitato centrale del Msi. Nel 1984 si era avvicinato al mondo dei Verdi e qualche anno dopo aveva strizzato l’occhio a Leoluca Orlando: «Mi appassiono alla Rete». Ma durò poco. Ci fu poi la stagione di Francesco Rutelli: «Nel 1993, Rutelli si candida a sindaco – racconta – e io e Paolo Gentiloni fondiamo il primo ufficio comunicazione. In Campidoglio conosco Giachetti, ma non resto: perché divento capogruppo dei Verdi in Regione».

L’appoggio a Giachetti

Ora ha deciso di dare una mano alla campagna di Roberto Giachetti per Roma, magari con la possibilità di tornare assessore alla Cultura. «In un Partito democratico che imbarca chiunque, che tiene dentro tutti, da Denis Verdini ad Angelino Alfano, il problema posso essere io?», dice a Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera. Eppure  nel 2008 e Alemanno si candida a sindaco contro “il suo amico Rutelli. Capriolona”, gli fa notare Roncone. «Gianni – risponde Croppi – sembra avere un progetto: rompere il quadro incancrenito del Campidoglio. E, all’inizio, fornisce anche segnali precisi: io vado alla Cultura, cerca Giuliano Amato per guidare la commissione riforme, coinvolgiamo Renato Nicolini…». Ma l’esperienza è destinata fallire.«Io stesso entro in collisione con lui e vengo fatto fuori nel gennaio 2011».  Ma dopo due anni rieccolo con Ignazio Marino: «È lui che mi cerca: chiede consigli, collaborazione. E a me, sono sincero , la sua offerta politica piace. All’inizio piace. Poi, certo… Si rivela del tutto inadeguato». Roncone gli fa notare che ultimamente ha sviluppato un certo talento nell’individuare il sindaco sbagliato per Roma. E lui replica: «Ma no… Giachetti farà benissimo».

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