I paladini dell’accoglienza spediscono fiori alla Merkel. Mai omaggio fu meno gradito

1 Mar 2016 10:33 - di Redazione

Arriva l’omaggio floreale ad  Angela Merkel ma non è il suo compleanno.  L’iniziativa nasce in segno di “solidarietà” alla Cancelliera subissata di critiche e praticamente sfiduciata dalla maggioranza dei tedeschi per la sua politica di accoglienza in  materia di flussi migratori.

Fiori per la Merkel

Fanno notizia e non devono essere stati molto graditi dall’interessata  i  130 mazzi di fiori ricevuti in cancelleria dai sostenitori della sua politica sui profughi. L’omaggio è il risultato di una campagna, in tedesco e inglese, nata su Facebook, che ha lanciato l’idea di mandare un fiore ad Angela Merkel in segno di appoggio alla sua politica di apertura verso gli immigrati. Fiori che dimostrerebbero un passo in avanti nella popolarità della lady di ferro messa a dura prova dopo i fatti di Colonia. Ancora oggi, comunque il 60% dei tedeschi non approva la sua politica mentre  il 54% è felice o del suo lavoro, secondo quanto riporta l’Ard DeutschlandTrend. La notizia dell’omaggio floreale è stata confermata dalla stessa cancelleria, un po’ controvoglia, dopo che era trapelata sui social. I fasci di fiori sono stati recapitati direttamente all’ ufficio di Merkel ed è stato necessario improvvisare un allestimento sul piano antistante l’ingresso, perché dentro l’ufficio non ci entravano tutti. «Vivaci e colorati, hanno riempito il piano di profumi come da un fioraio», hanno raccontato i funzionari della cancelleria. E hanno aggiunto che di questi tempi arrivano anche molte lettere critiche.

No al tetto limite

Dopo cinque mesi di silenzio la Merkel, ospite della giornalista Anne Will, che modera un noto talk show della tv pubblica, ha ribadito che il tetto limite non è la soluzione. E la decisione austriaca di chiudere le frontiere viene bocciata come «unilaterale e poco felice». Nell’apparizione televisiva la Cancelliera ha difeso la sua politica di accoglienza nei confronti degli immigrati e attaccato  duramente gli esecutivi degli altri Paesi. «Non abbiamo tenuto Atene nell’euro per piantarla in asso adesso. Non è questa la mia Europa». Gli oppositori in casa, come l’alleato cristiano-sociale Horst Seehofer, hanno spiegato che un cambio di rotta non era atteso. La Merkel, del resto, «non è certo una che crolla al tappeto», ha commentato la Faz, sottolineando che la cancelliera, cui in passato si è sempre rimproverata una «mancanza di visione». Fiori a parte, la stessa Merkel ha ammesso lei stessa del resto, di non convincere i partner, ed è significativo, si fa notare, che non abbia mai nominato la Francia.

 

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