Due dosi di cocaina pagati con un agnello vivo. Accade in Abruzzo

4 Mar 2016 19:04 - di Redazione

La cocaina pagata con un agnello. Probabilmente un fatto unico al mondo. Il primo baratto di animale per dosi di coca. Capita in Italia. La storia, che ha dell’incredibile, accade infatti in Abruzzo nei pressi di Avezzano. Due dosi di cocaina vengono cedute da uno spacciatore ad un ragazzo del posto che paga lo stupefacente con un agnellino vivo, rubato dall’allevamento del padre. La notizia si diffonde via etere dai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’università Niccolò Cusano (www.unicusano.it). A raccontare quanto accaduto, nel corso del format ECG Regione, è l’avvocato Motta, legale dello spacciatore. Avvocato che rileva: “La vicenda è assolutamente atipica. Questo agnello veniva sottratto dal consumatore dall’allevamento del padre. In pratica, un consumatore di cocaina ha rubato un agnello al padre e, non avendo i soldi, ha pensato di procedere all’acquisto della cocaina chiedendo allo spacciatore uno scambio. L’agnello, vivo, in cambio di due dosi di cocaina. Il mio assistito, lo spacciatore, ha accettato il baratto“. Dopo qualche ora, però, i carabinieri, allertati dal padre del ragazzo che ha rubato l’agnello, hanno fatto un blitz in casa dello spacciatore, rinvenendo l’animale, già macellato, pronto per essere cucinato. L’agnello poi è stato sequestrato, come provento di una attività illecita. Il figlio aveva comunque la gestione della stalla, aveva questo vizietto della cocaina e ha quindi scambiato un agnello vivo con due dosi di droga. I termini del baratto prevedevano due dosi di cocaina in cambio dell’agnello. “Le due dosi di cocaina – dice l’avv.- valevano circa 150 euro. Tra poco, per tutta questa storia, inizierà un processo. Per ora siamo ancora in una fase istruttoria”. L’agnello sequestrato dai carabinieri è stato affidato alla asl. “Probabilmente lo hanno distrutto,- ha concluso l’avv. Motta –  non credo che l’abbiamo mangiato. In tutta la mia carriera da avvocato, non ho mai visto una storia del genere. Lo spacciatore, mio assistito, è di origine marocchina, pur di mangiare qualcosa era disposto a scambiare la cocaina con un agnello. Voleva cucinarlo infatti, quando sono intervenuti i carabinieri l’agnello stava per essere consumato”.

 

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