«Su Failla è stata fatta un’autopsia da macellai per cancellare le prove»

10 Mar 2016 15:07 - di Redazione

Morto per colpi che hanno raggiunto lo sterno e la zona lombare. Queste, secondo i consulenti di parte, i medici legali Luisa Regimenti e Orazio Cascio, le cause del decesso di Salvatore Failla. I due esperti nominati dalla famiglia Failla hanno aggiunto che dalla autopsia eseguita oggi sono emersi sei fori d’entrata provocati da arma da fuoco, nessuno di questi alla testa, mentre i colpi arrivati a sterno e zona lombare hanno provocato la rottura dei grossi vasi e fegato. Per periti di parte impossibile stabilire l’arma usata.  «Le nostre perplessità sull’autopsia eseguita in Libia si sono rivelate fondate. Il prelievo di parte di tessuti corporei ha reso impossibile l’identificazione dell’arma usata, la distanza e le traiettorie. Non è stata un’autopsia (quella in Libia, ndr) è stata una macelleria», ha detto l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, commentando l’esito dell’autopsia. «È stato fatto qualcosa – ha aggiunto l’avvocato – che ha voluto eliminare l’unica prova oggettiva per ricostruire la dinamica dei fatti». Il penalista, che assiste i familiari di Salvatore Failla, ha tuttavia riconosciuto l’impegno dei rappresentanti italiani in Libia che “si sono battuti per evitare questo scempio”. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi nello studio dell’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale della famiglia Failla, i due esperti che hanno preso parte agli accertamenti autoptici, hanno sottolineato che è impossibile stabilire, alla luce dei rilievi medico legali effettuati in Libia, il tipo di arma che ha ucciso Failla, la distanza da cui sono stati esplosi i proiettili e la traiettoria seguita da questi ultimi.

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