Bertolaso dice no al ticket con la Meloni e sfida ancora una volta Salvini

12 Mar 2016 8:30 - di Redazione

«Giorgia è leale, è un’amica che mi sta dando consigli e supporto. Non credo proprio che nelle prossime 48 ore annuncerà la sua candidatura». E se la Meloni dovesse davvero decidere di correre a sindaco di Roma? «Non sa rò il suo city-manager». Sono le 20.30 di ieri quando Guido Bertolaso, alla vigilia del referendum sul suo nome che si terrà oggi nelle «gazebarie», apprende l’ultima novità. Fratelli d’Italia, l’altra gamba rimasta a sostenere la sua corsa al Campidoglio insieme a Forza Italia dopo lo smarcamento della Lega, comunica in una nota che avrebbe ritenuto «preferibile» uno slittamento dei gazebo «successivo a una nuova verifica tra i partìti del centrodestra», si legge su “Il Tempo”.

Gazebo sì, gazebo no: Bertolaso vuole andare avanti

Bertolaso, ci conferma che se avotare alle gazebarie verranno meno di 10mila romani lei farà un passo indietro dalla corsa a sindaco? «Certo. Non è una soglia posta dai politici, è una soglia popolare. Se la gente per mille ragioni non ha voglia di andare ed esprimere un giudizio soprattutto su un programma e su una persona ne prenderò atto. Ma mi interessa molto di più il giudizio dei romani rispetto a quello di altri personaggi che fanno politica. Per questo sono contento che ci sia questa consultazione, perché è un giro di boa che porta o verso il Campidoglio o verso l’Africa, la Turchia, la Grecia. Questa è l’altra cosa che destabilizza i politici. Questi se non vanno in Campidoglio dove vanno? Io ho mille interessi, quattro lauree, ma soprattutto sono un medico. Mi interessa molto di più salvare la vita di un bambino che avere l’appoggio di alcuni partiti».

Bertolaso dice no al ticket con la Meloni

«La Meloni ha diritto di essere perplessa e di volerci vedere chiaro rispetto al comportamento di Salvini. Il suo appoggio e la sua lealtà sono indiscusse e non ne ho mai dubitato». Farebbe il city-manager in ticket con lei? «Non credo che sarei all’altezza di fare l’assistente di una persona che ha capacità di poter lavorare da sola con la sua squadra e il suo partito. Preferirei a questo punto eventualmente dare una mano, nella costruzione del programma, della campagna elettorale, ma poi la mia strada sarebbe sicuramente direna verso altre mete». Lei ieri ha evocato le Idi di Marzo, l’assassinio di Giulio Cesare. Considera Salvini un traditore? «Lo considero uno che due mesi fa era entusiasta della mia scelta. E mi chiedeva di partire e andare come un razzo verso il traguardo. Poi ha cambiato idea una volta. Dopodiché è venuto Berlusconi a Roma, e lui ha detto “abbiamo l’accordo di tutti, facciamo questa consultazione popolare sul programma di Guido”, ha pure firmato un pezzo di carta che ho visto. Ora dice che stiamo facendo le cose taroccate, non mi sembra un comportamento lineare».

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