“Avvenire” contro Nichi Vendola: altro che “diritti”, è una compravendita

1 Mar 2016 11:50 - di Redazione

«Ingresso da sinistra al mercato dell’umano. Altro che “diritti”».  È duro l’attacco di Avvenire contro Nichi Vendola. Marco Tarquinio, direttore del quotidiano dei vescovi, ha puntato il dito anche contro «il linguaggio politicamente corretto usato in particolar modo dai notiziari del servizio pubblico radiotelevisivo. Un fenomeno impressionante di camuffamento della dura realtà della cosificazione di una madre senza nome, senza volto e ridotta a pura esecutrice di un contratto padronale».

Duro attacco di “Avvenire” a Vendola

Il giornale dei vescovi ha dedicato ampio spazio alla vicenda, con diversi commenti. Dure le parole del direttore Tarquinio. Al lettore che sottolineava la natura di “legge per ricchi e potenti” sulle unioni gay e sulla possibilità di adottare figli, il direttore del quotidiano cattolico ha replicato: «Non tutte le persone omosessuali sono ricche e potenti, ma tutte le madri surrogate “acquistate” da coppie eterosessuali od omosessuali sono povere e senza potere». Poi il giornale della Cei si è soffermato sul ruolo della madre «ridotta a pura esecutrice di un contratto padronale. Siglato da un politico di sinistra che ha contribuito a “comprare” gli ovociti di una donna e il corpo di una madre per far  “fare” un figlio biologico del proprio compagno e intestarsene a sua volta la paternità legale (all’estero) e politica (in Italia) in violazione di una legge anti-schiavista del proprio Paese».

 

 

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