“Deve andare via questo disonesto”: sit- in contro il “salvabanche” di Renzi

26 Mar 2016 13:23 - di Guglielmo Federici

Non si placa la rabbia delle  “vittime del decreto salvabanche” che hanno manifestato ancora, a Pontassieve, il paese a pochi chilometri da Firenze dove risiede il premier Matteo Renzi. La protesta si è svolta in una piazza lontana dalla residenza del presidente del Consiglio. Il Comitato ha cercato di farsi sentire con fischietti, trombe, coperchi di pentole, una sorta di piccola caceroladas. «Se non volete più questo rumore ciò che è nostro ci dovete ridare» è lo striscione che ha aperto il corteo a cui è stato consentito di fare il giro della piazza. «Al vostro silenzio il nostro rumore», «I nostri soldi, ladri», «Con l’arbitrato processate gli onesti», c’era scritto su alcuni cartelli. La rabbia non si placa. «Siamo esasperati – ha raccontato Domenico Salvadori – sono passati mesi e continuiamo a non vedere una soluzione al nostro dramma. Adesso, sembra che Bruxelles si metta in mezzo e noi dobbiamo ascoltare questo pinocchio di Renzi che dice che risolverà la situazione. Qualcuno di noi farà una sciocchezza prima o poi. Io per primo, e sono pronto ad andare in galera».

Hanno perso tutto: furibondi con Renzi

Il Comitato che oggi ha manifestato è composto interamente di ex obbligazionisti di Banca Etruria, quelli per intendercu riasti fuori da ogni promessa di risarcimento Obiettivo delle proteste essenzialmente il governo, in particolare il premier e il ministro Boschi, ma anche gli ex vertici di Banca Etruria. «Lo dovete mandare via questo disonesto», hanno urlato al megafono rivolgendosi ai concittadini di Renzi. «Speravamo che questi giovani fossero meglio – osserva una ex obbligazionista che ha perso tutti i risparmi e l’eredità dei genitori – ma invece vediamo che si occupano solo degli affari di famiglia. Alla fine, erano meglio quelli di prima». Al termine della protesta, i manifestanti hanno lasciato andare in cielo un filo a cui erano legati tanti palloncini colorati indirizzandolo idealmente a Renzi.

La lettera di un bambino: “Renzi, ci hai tolto la speranza”

Al termine della protesta  in piazza Mosca a Pontassieve il comitato ha chiesto ad un funzionario di polizia presente di poter far recapitare una lettera alla residenza del presidente del Consiglio da un bambino di 10 anni, figlio di una signora aretina che ha perso tutti i suoi risparmi in Banca Etruria. Il Comitato chiedeva che il bambino fosse accompagnato da funzionari di polizia. Il permesso è stato negato per motivi di sicurezza – la casa di Renzi era massicciamente presidiata – ma il funzionario ha preso in carico la missiva spiegando che sarà consegnata a Palazzo Chigi secondo la normale procedura. «Non ci avete dato la speranza, parola a lei tanto cara – si legge nella lettera –  Ci avete reso difficoltosa anche la difesa! Avete alimentato in noi la rabbia prima per aver sottovalutato o, peggio ancora, sottaciuto volontariamente il problema, poi per averci fatto passare come speculatori o investitori sprovveduti».

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