Ingerisce formaggio contaminato di origine romena: grave un bimbo

15 Mar 2016 13:51 - di Augusta Cesari

Un bambino di 14 mesi è stato ricoverato all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze per un caso di probabile sindrome emolitico-uremica, provocata da Escherichia coli, collegata forse all’uso di un formaggio romeno. Lo rende noto con un comunicato l’Azienda Usl Toscana centro. «E’ stata immediatamente avviata dall’unità funzionale Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’area fiorentina un’indagine epidemiologica che ha portato a sospettare che la causa della malattia – si legge nella nota – possa essere collegata al consumo di formaggio a pasta molle di origine romena». L’azienda sanitaria «invita chiunque sia in possesso di prodotti a base di latte della ditta SC Bradet s.r.l. a non consumarli e riconsegnarli al più presto all’esercizio dove sono stati acquistati». 

Dagli accertamenti eseguiti, prosegue la nota, “risulta che il bambino aveva consumato formaggi della ditta romena SC Bradet s.r.l. che aveva già avviato in data 9 marzo 2016 il ritiro precauzionale dei propri prodotti a base di latte (formaggi) a causa della presenza di Escherichia coli ‘O26:H11’ in alcuni campioni”. La contaminazione sarebbe riconducibile ad una epidemia che ha colpito 14 bambini in Romania dal 24 gennaio ad oggi. La sindrome emolitico-uremica provocata da Escherichia coli “O26:H11” colpisce in maniera seria i bambini mentre ha una sintomatologia più lieve e prevalentemente intestinale sugli adulti. I servizi di sicurezza alimentare stanno accertando l’effettiva presenza del prodotto segnalato in commercio e se l’alimento verrà trovato, si legge nella nota della Usl, «sarà allontanato dalla vendita e immediatamente sequestrato. Come sempre accade in questi casi la segnalazione è stata diramata dagli operatori a livello regionale».

La Coldiretti avverte che nel 2015 sono raddoppiati gli arrivi in Italia di formaggio dalla Romania, giunti a quota 1,6 milioni di chilogrammi di prodotto, il massimo storico per le importazioni di prodotti caseari dal paese dell’Est Europa. L’associazioone chiede «che venga reso immediatamente obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta di tutti i formaggi, ma anche l’indicazione delle loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti. Non è un caso – conclude la Coldiretti – che l’89% dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti».

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