Il vero obiettivo di gay e sinistra è l’utero in affitto: ecco la prova

16 Feb 2016 17:29 - di Giacomo Fabi

Come il cacio sui maccheroni. Una vera dimostrazione di tempismo quella di Fabrizio Marrazzo, il portavoce di Gay Center, che nelle stesse ore in cui i senatori si accingono a votare il contestatissimo ddl Cirinnà sulle unioni civili ha lasciato cadere una dichiarazione dagli effetti prevedibilmente dirompenti. E già, perché Marrazzo ha finalmente svelato quel che tutti i contrari al testo sostengono e che i favorevoli, a cominciare da Matteo Renzi, si sforzano di nascondere arrivando a  negare persino l’evidenza: il ddl è l’anticamera dell’utero in affitto, cioè l’unico aspetto del provvedimento su cui gli uni e gli altri – favorevoli e contrari – sembravano incontrarsi, almeno a parole. Infatti, in tutte queste settimane di appassionato dibattito, l’opposizione non faceva in tempo a richiamare la necessità di piazzare paletti invalicabili alla cosiddetta maternità surrogata che subito dalla maggioranza scattava una rassicurazione in tal senso.

Marrazzo (Gay Center): referendum se passa la sanzione penale

E in molti vi hanno creduto. Ma era pura tattica, anzi ipocrita accondiscendenza utile a mascherare l’affitta-mamma in uno dei tanti commi o in uno dei mille rinvii a leggi, sentenze e cavilli. Meno male che è intervenuto Marrazzo a far cadere le maschere e a riportare chiarezza: «Se dovesse passare la sanzione penale per chi ricorre alla gestazione per altri – ha infatti annunciato col piglio di chi non le manda a dire – , saremo noi a proporre il referendum abrogativo». Una minaccia politica in replica alla proposta del ministro Beatrice Lorenzin che non avrebbe senso se lo scopo della legge in gestazione consistesse “solo” nel consentire alle coppie omosessuali di vivere more uxorio o di formarsi una famiglia attraverso l’adozione di minori nati o generati da uno dei partner in una loro eventuale relazione etero.

Sinistra favorevole alla mercificazione della donna

Invece il bisogno c’era e c’è perché il vero obiettivo della senatrice Cirinnà e dei sostenitori dell’omonimo disegno di legge non è limitato alle unioni tra gay e neppure alle adozioni di minori da parte di coppie gay ma è quello di spalancare le porte ad una pratica barbara, immonda e mercificatrice che fa dello sfruttamento del corpo di una donna il presupposto giuridico per il soddisfacimento, non di diritti, ma di capricci contro natura. E la presa di posizione del Gay Center sta lì a dimostrarlo.

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