Uccise il figlio disabile e la moglie: la condanna ridotta a 8 anni. Ecco perché

4 Feb 2016 14:40 - di Giorgio Sigona

Soffocò il figlio disabile con un cuscino, poi uccise anche la moglie che glielo aveva chiesto, sparandogli alla testa con una pistola dopo aver tentato invano di soffocare anche lei. Una tragedia familiare, questa, arrivata alla sua definizione giudiziaria d’appello. Sergio Ruggeri, pensionato romano di 78 anni, è stato condannato dalla I Corte d’assise d’appello a 8 anni di reclusione per “omicidio del consenziente” per la morte della moglie e omicidio volontario per la morte del figlio.

La tragedia del figlio disabile e la moglie in condizioni precarie

È stata così rideterminata la condanna a 10 anni inflitta in primo grado dal gup Maria Grazia Giammarinaro a conclusione del processo col rito abbreviato. Il duplice omicidio, risalente al 9 aprile 2014, fu immediatamente confessato da Ruggeri. L’antefatto della tragedia fu un insieme di sofferenze e disperazione di una famiglia con un figlio disabile affetto da tetraparesi gravissima e una moglie con condizioni fisiche precarie, ma anche la disperazione di una coppia che aveva toccato con mano il crollo della speranza di trovare una soluzione di lungo periodo per il figlio che andasse anche al di là della loro morte. Le ragioni del suo gesto Ruggeri le spiegò da subito, dicendo che già in passato la moglie voleva farla finita. Quella morte era, per lui, la volontà della moglie e del figlio disabile. Quella notte, soffocò il figlio con un cuscino, e informò la moglie. Fu la donna stessa a suggerirgli come fare per morire; secondo il marito, era suo fermo intento di morire insieme al figlio. In primo grado, dopo una perizia psichiatrica, il gup ritenne che la drammaticità della vicenda e il riconosciuto vizio parziale di mente, giustificassero un trattamento sanzionatorio di dieci anni di reclusione. Oggi quella sentenza è stata confermata in appello, con la sola eccezione in tema di condanna, rideterminata in 8 anni di reclusione.

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